Caso Pamiro, superconsulenti in campo

Crema, prof trovato morto: la famiglia non si arrende all’ipotesi suicidio. Così il padre e la madre “arruolano” Marzio Capra e Luciano Garofano

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di Gabriele Moroni

e Pier Giorgio Ruggeri

Giallo Pamiro, si riprende. Dopo un’estate caratterizzata da altri eclatanti fatti di cronaca nera, a Crema la prossima settimana torna di scena il caso di Mauro Pamiro, il professore musicista di 44 anni trovato morto il 29 giugno ai piedi di una villetta in costruzione, in via don Mazzolari, a poche decine di metri dalla propria abitazione. La novità è che la famiglia Pamiro non si arrende all’idea del suicidio del figlio, come dichiarato dal procuratore della Repubblica, Roberto Pellicano, che ha accreditato la tesi del gesto volontario all’inizio di agosto, prima che venissero rese note le risultanze di autopsia, consulenza tossicologica e quella eseguita su cellulari e computer sequestrati in casa di Pamiro e della moglie Debora Stella (sin qui indagata come atto dovuto per omicidio). E per mostrare che non si arrendono i genitori del professore hanno messo in campo dei superconsulenti. Franco Pamiro, padre del musicista, ha dato mandato all’avvocato Gian Luigi Tizzoni di incaricare Marzio Capra, professionista genetista forense noto per avere lavorato ai casi di Chiara Poggi e di Yara Gambirasio, mentre Marisa Belloni, mamma di Mauro, ha dato incarico al generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris.

I consulenti si troveranno martedì in Questura a Milano per eseguire prove irripetibili su abiti e altro materiale appartenuto alla vittima. In settimana dovrebbero arrivare i risultati delle perizie. Per quanto riguarda l’autopsia c’è parecchia attesa. Sin dall’inizio è circolata l’indiscrezione, mai smentita, che la morte di Mauro Pamiro fosse da considerarsi dovuta a "precipitazione da considerevole altezza". Solo che nessuno si è mai spinto a decriptare quel "considerevole altezza".

La villetta ai piedi della quale venne trovato il cadavere non supera i cinque metri, non ha scale interne, è impossibile buttarsi dal tetto perché protetto dall’antisalto di legge e pare ben difficile che una persona che si voglia suicidare possa pensare di farlo gettandosi da soli cinque metri. In quanto all’esame tossicologico, è da escludere che Pamiro abbia assunto nell’immediato droghe pesanti. Al massimo potrebbe avere fumato uno spinello. Infine, per cellulari e computer, nessuna indiscrezione. Gli inquirenti vogliono sapere quali sono le telefonate delle ore precedenti al ritrovamento del cadavere.