
Cremona, 30 luglio 2023 – “È la chiusura di un cerchio. Ci sono voluti dieci anni, ma finalmente siamo riusciti a consegnare i pezzi del cacciabombardiere precipitato ai parenti del pilota. Per loro era molto importante e per noi è una grande soddisfazione dopo così tante fatiche".
Luca Merli è uno dei cacciatori di aerei che nel 2013 ha ritrovato i resti del velivolo da guerra americano precipitato in Garfagnana l’8 febbraio del 1945. Con il gruppo cremonese Aircrash Po, con Matteo Annoni e Diego Vezzoli, ha rimesso insieme i pezzi di un puzzle intricato, che ha permesso di ricomporre anche una pagina di storia relativa ai feroci combattimenti che si svolsero nella zona di Castelnuovo Garfagnana sul finire della guerra.
L’avvio delle ricerche
"Tutto è iniziato quasi per caso nel 2013. Ero in vacanza a Lido di Camaiore e mi chiamò il mio collega chiedendomi se avevo portato il metal detector – spiega Merli – Mi disse che era in contatto con i familiari di un pilota americano caduto in Garfagnana durante la guerra. Cercavano di ricostruire i suoi ultimi giorni di vita. Fortunatamente avevo il mio metal detector nel baule e sono partito. Abbiamo conosciuto un ricercatore della zona, Francesco Pioli, figlio e nipote degli uomini che aiutarono il pilota dopo l’incidente aereo, un montagnino che ti dà anche il cuore e che conosceva bene il luogo dell’impatto. Vicino alla frazione di Castelnuovo abbiamo fatto la prima ricerca. C’era l’erba alta, ma siamo riusciti a trovare alcuni pezzi dell’aereo, un cacciabombardiere Republic P-47D Thunderbolt, e anche una targhetta".
A quel punto i “cacciatori” e gli amici hanno capito di essere sulla strada giusta. "La settimana dopo siamo tornati, abbiamo ripulito la zona e abbiamo trovato tantissimo materiale. Abbiamo incontrato l’ex partigiano Franco Bravi, testimone oculare all’epoca dei fatti e siamo riusciti a ricostruire tutta la storia dell’incidente, il salvataggio, l’esecuzione".
Un lavoro minuzioso
Dopo un lungo lavoro di documentazione, dopo l’analisi minuziosa di tutti i pezzi ritrovati, l’interpretazione dei codici, il gruppo cremonese ha ricostruito la dinamica dell’incidente. "È iniziata una bellissima avventura con la gente della Garfagnana durante la quale ci siamo messi sulle tracce di altri 20-25 aerei. Un’avventura durata qualche anno che ci ha permesso di documentare tutti i “crash” avvenuti in quella zona durante la Seconda guerra mondiale".