
La chiusa del collettore del Mulino a Moscazzano dove è precipitato Armando Vagni (nel riquadro)
Moscazzano, 14 novembre 2014 - «L’ho visto sparire nell’acqua e non è più riemerso. Ho chiamato aiuto». Lo dice Alberto Dell’Acqua, titolare da tre anni del ristorante il Fondaco dei Mercanti, che l’altra notte, preoccupato per la piena del collettore del Mulino, ha chiamato Armando Vagni, giardiniere del paese, perché alzasse le paratie e facesse defluire l’acqua. «Siamo andati verso la roggia a mezzanotte circa — ha detto ai carabinieri — e lui ha messo un piede sui mattoni dello sbarramento e con l’altro si è appoggiato alle pale in ferro del mulino per fare presa. Quel piede lo ha tradito, perché gli è scivolato via e l’ha fatto finire in acqua». È annegato così Vagni, sparito sotto le pale, incastrato dalla impetuosa corrente sotto il mulino, senza alcuna via di scampo.
«Conosco Armando da sempre — dice il sindaco Gianluca Savoldi — e con il Comune aveva siglato un contratto di un anno per la manutenzione del verde pubblico. Sono stato chiamato subito. Ero sul posto prima dell’una e ho seguito tutte le operazioni di soccorso. Quando il corpo è stato recuperato, intorno alle 4.15, io e il parroco, don Bruno Ginoli, abbiamo deciso di andare a portare la triste notizia ai parenti. Poco dopo le cinque abbiamo suonato alla porta della sorella, che è avvocato e vive a Ombriano. Poi, con lei, siamo andati dai genitori e dalla zia, con i quali Armando viveva, qui a Moscazzano. Erano le sei e mezza».
«Una famiglia molto religiosa, quella dei Vagni — dice il parroco —. Il papà faceva l’agricoltore e il figlio dapprima ha seguito le sue orme e poi si è specializzato nel giardinaggio, la sua passione. Attendiamo domani (oggi per chi legge, ndr) per stabilire giorno e ora delle esequie. Una disgrazia che tocca tutti qui in paese». «Quando veniva a Crema passava di qui — dicono al bar Nazionale di Crema, locale gestito da due famiglie di Moscazzano —. Armando ha qualche anno in più dei nostri figli e lo abbiamo ben presente: è stato qui di recente. Era un ragazzo ben piazzato. Incredibile che sia morto». In paese non si parla d’altro. Tutti conoscevano Armando, nessuno si capacita della sua morte. «È una persona esperta del mestiere — dice un conoscente — probabilmente avrà eseguito quell’operazione chissà quante volte, con ogni tempo. Eppure, stavolta il destino...». La salma di Vagni era stata lasciata nell’obitorio dell’ospedale di Crema, ma il magistrato ha ordinato che fosse portata a Cremona, dove questa mattina sarà eseguita l’autopsia. Poi ci sarà spazio per piangerlo.