GABRIELE MORONI
Cronaca

Il mistero di Arianna Zardi, qualcuno era con lei: "Dna e tracce biologiche: ora la verità è possibile”

Nel 2001 il ritrovamento del corpo sotto un ponte. Il gip Guido Salvini: all’epoca indagini incerte, oggi la scienza può aiutare

Il gip Guido Salvini

Il gip Guido Salvini

Casalmaggiore (Cremona) – Quelle impronte mai attribuite sulla borsetta e sugli effetti personali che conteneva. Attorno alla borsa ruota una parte del lungo mistero sulla fine di Arianna Zardi.

Arianna, 25 anni, studentessa di Teologia, esce nel primo pomeriggio del 30 settembre 2001, una domenica, dalla sua abitazione di Casalbellotto, frazione di Casalmaggiore. Viene ritrovata senza vita due giorni dopo, sotto il piccolo ponte di un canaletto di irrigazione, tra Motta Baluffi e Torricella del Pizzo. Porta la data del 15 maggio 2015 il decreto con cui il giudice delle indagini preliminari di Cremona, Guido Salvini, accoglie la richiesta della Procura e archivia le posizioni di due uomini, iscritti nel registro degli indagati per omicidio, e di una donna indagata per false informazioni al pm.

Ma il gip non si limita ad archiviare. Si sofferma sulla borsetta di Arianna, ritrovata sul parapetto della chiusa, e sulla relazione del consulente della Procura, Claudio Bellino, per come "appare meritevole di riflessione il fatto che la consulenza in questione non abbia rinvenuto sui reperti recuperati dalla borsetta e dal suo contenuto profili compatibili con l’originario indagato e cioè colui che aveva ammesso l’impossessamento della stessa e il trafugamento del suo contenuto quale il portafoglio e il cellulare". La considerazione che ne scaturisce apre uno scenario drammatico: "Rimane così aperta l’ipotesi che altri soggetti avessero maneggiato gli effetti personali della Zardi in concomitanza o poco dopo la sua morte".

Nel decreto il gip Salvini sollecita nuove indagini, scrive che è allora "utile e possibile" procedere alle comparazioni dei profili biologici rinvenuti su tutti i reperti e in particolare su quello individuato sugli slip di Arianna (secondo il consulente tecnico "un assetto genotipico complesso relativo a più individui misto tra la vittima e un soggetto di sesso maschile") "con quelli delle persone facenti parte della cerchia di conoscenti della vittima", del fidanzato, di testimoni identificati come l’"ultimo, secondo il suo racconto, ad aver visto per due volte la Zardi viva e seduta sul muretto della chiusa". Ma dalle comparazioni dei reperti con i Dna di amici e coetanei di Arianna non è arrivato nessun aiuto alle indagini. Dopo 22 anni si è costretti a chiedersi chi possano essere gli "altri soggetti" che si trovano con la ragazza mentre dà un tragico addio alla vita o poco dopo la sua morte e che frugano nella sua borsetta. Ci si domanda con chi la Zardi abbia avuto un rapporto poco prima di morire, come farebbe pensare la traccia biologica sugli slip. Interrogativi senza risposta.

“All’epoca - dice oggi Guido Salvini - le indagini furono insufficienti e incerte. Si pensò addirittura che Arianna fosse stata vittima di una morte accidentale dovuta a un investimento o si fosse suicidata. Per questo riaprimmo le indagini già nel 2010. Oggi, essendo ormai chiaro che si è trattato di un omicidio volontario avvenuto in una cerchia ristretta di conoscenze della ragazza, con le più recenti tecniche di indagini scientifiche è possibile forse ottenere di più da nuovi accertamenti sui reperti biologici e papillari rimasti e sugli effetti personali di Arianna. Tenuto conto che il cerchio di persone che Arianna frequentava era limitato. Accertamenti più estesi, come dimostra il caso di Yara Gambirasio, indipendentemente dalle discussioni che ci sono ancora sulla decisione, possono offrire risultati significativi".

Sara Zardi continua a fare arrivare la sua voce. "Oggi - ha pubblicato nella sua pagina Facebook il 30 settembre, anniversario della morte della sorella - sono 22 anni che cerco la verità, che non ho pace e so che anche Arianna non l’ha, perché ad oggi non è stata ancora raccontata la sua verità... Una voce forte dentro di me chiede giustizia e verità per lei ed io posso dire che un passo alla volta quella verità arriverà. Non mi interessa quanto ci vorrà ma so che succederà".