Crema, i sogni degli architetti

Ventidue giovani professionisti espongono i progetti della città futura

Gli ideatori della rassegna

Gli ideatori della rassegna

Crema (Cremona), 18 ottobre 2018 - Sono giovani e hanno voglia di farsi notare. Per questo si sono messi insieme e hanno creato una mostra che aprirà domani nel museo di Crema, per far vedere quali idee hanno per la nostra città, ma non solo. Sono 22 architetti cremaschi laureati negli ultimi cinque anni che hanno per le mani il futuro di Crema e dei suoi spazi e che in questi spazi hanno un sogno da inserire e lo mettono in mostra.

«Abbiamo avuto l’idea io e Matteo Serra – informa Andrea Bulloni, già noto nonostante i suoi 29 anni per aver progettato un nuovo Stato – e abbiamo interpellato alcuni amici per raggiungere il maggior numero di giovani laureati in Architettura di Crema. Alla fine siamo riusciti a metterne insieme 22 e a convincerli a esporre i propri lavori di tesi, riguardanti la città, ma anche altre zone, per mostrare quali idee hanno i giovani professionisti che stanno arrivando». Saranno oltre cento i disegni, divisi per otto temi di ricerca, sistemati sotto i portici dell’ex convento. A partire da una serie di idee progettuali sviluppate per la città di Crema, il tempo della visita viene scandito dal susseguirsi di suggestioni e riflessioni sulle principali tematiche che l’architettura contemporanea è chiamata ad affrontare: il progetto del paesaggio, il riuso e il restauro, housing e terziario, cultura, la scala urbana, sostenibilità e tecnologia, sperimentazione.

Ma il punto fondamentale che non mancherà di far discutere è l’idea di città che questi giovani propongono in tre progetti. Il primo ideato da Lorenzo Iatauro riguarda lo spazio della ex ditta Ferriera in via Gaeta. L’architetto prevede di riqualificare l’intera area con edifici abitativi, luoghi per la cultura come una scuola e una biblioteca, padiglioni espositivi e centri di aggregazione all’interno dei grandi capannoni dell’azienda, riqualificati per il bisogno. Naturalmente c’è spazio anche per il terziario che deve essere presente. Clara Taverna e Cinzia Giardino propongono, sempre sui grandi spazi della ex Ferriera, 20mila mq, vogliono mantenere la struttura esistente, ma adibirla a luogo di cultura dove ritrovarsi per varie manifestazioni. Giulia Nardò lavora su 16 aree dismesse lungo il canale Vacchelli con mini innesti nel paesaggio dove vengono realizzati luoghi di sosta e di intrattenimento, inserimenti per così dire deboli che non vadano a cozzare contro la bellezza della campagna che accompagna il nostro canale. O

ltre a questi ci sono due progetti extraterritoriali. Il primo, di Andrea Bulloni e Marco Papagni, prevede un viaggio all’interno della cultura hip hop e propone una strategia per il Bronx che prevede un intervento principale sull’Harlem, dove viene creato un parco all’interno del quale si sviluppano performance artistiche. Il progetto ha incontrato molteplici assensi, come una delle migliori tesi del Politecnico ed è stato premiato alla Biennale di Barcellona. Matteo Serra, Mirko Santoni e Andrea Ruggeri hanno invece proposto un edificio multireligioso a Tanaf in Senegal, dove gli adepti di tre religioni differenti, musulmani, animisti e cristiani possano pregare separati, ma trovarsi poi uniti in una piazza comune.