Cinque coltellate alla moglie per un litigio sul gatto sparito: condannato a 8 anni

Il diverbio, scoppiato per la sparizione della gattina Sheila, è culminato con i fendenti alla coniuge

La zampa di un gatto (archivio)

La zampa di un gatto (archivio)

Da un diverbio sul gatto fino al tentato omicidio della moglie. È stato condannato a otto anni di reclusione il 57enne che il 30 luglio dello scorso anno, nell'appartamento di residenza a Ostiano, in provincia di Cremona, accoltellò la moglie di 53 anni al culmine di una lite nata per la gatta.

Era accusato di tentato omicidio con l'aggravante dei futili motivi, Carmelo Marino, siciliano di Messina. Ed è stato condannato anche a risarcire la coniuge con 30mila euro di provvisionale.

La lite e la coltellata

La mattina del 30 luglio, un sabato, tra marito e moglie scoppiò un diverbio perché la donna non trovava la gattina Sheila: "Che cosa le hai fatto? Dov'è?". Discussioni e tensione, in un crescendo di accuse e insulti, erano proseguiti tutto il giorno. E la sera, dopo cena, impugnando un coltello da cucina, il 57enne colpì la donna con quattro fendenti all'addome e un quinto, di striscio, alla gola.

Era stato lo stesso Marino a chiamare i soccorsi e i carabinieri. "Ho pugnalato mia moglie. Abbiamo litigato per l'affido del gatto", aveva confessato. La moglie era in fin di vita sul letto matrimoniale, le lenzuola macchiate di sangue.

Trasportata in ospedale e sottoposta ad un delicato intervento chirurgico, era rimasta per giorni in terapia intensiva, in prognosi riservata. Dopo la condanna, così come aveva già fatto subito dopo i fatti, Marino ha di nuovo chiesto perdono: "Sono disperato per quello che ho fatto, io voglio bene a mia moglie".