
La chiesa ortodossa di via Tommaso Grossi aveva cominciato la sua attività alla fine degli anni ‘90
Como – Dopo oltre venticinque anni è stata chiusa la chiesa ortodossa di via Tommaso Grossi, punto di riferimento per tanti fedeli dell’Est che vivono e lavorano in città e in provincia. La “chiesa delle badanti“ com’era conosciuta ai più aveva cominciato la sua attività alla fine degli anni ‘90, nel 2002 fu il sindaco Alberto Botta alla Chiesa Cristiano Ortodossa l’utilizzo di alcuni locali per svolgere i propri riti. La cosa è proseguita senza problemi finché l’ex orfanotrofio non fu inserito, già nel 2018, nel piano di alienazioni di Palazzo Cernezzi dall’allora sindaco Mario Landriscina. Il caso già allora finì all’attenzione del consiglio comunale.
«Per un quarto di secolo, quella chiesa aperta da monsignor Evloghios ha rappresentato un punto di riferimento spirituale e culturale - spiegano i rappresentanti della parrocchia ortodossa della Metropolia di Aquileia - Senza clamore, senza pretese. Nel frattempo, Como ha visto nascere altre chiese ortodosse: rumene, russe, moldave. Segno che, almeno spiritualmente, c’era spazio per tutti. Poi arriva il 2025, l’anno della svolta. Il Comune ha inviato una lettera elegante e formale alla diocesi ortodossa di Milano chiedendo di sgomberare i locali. La motivazione ufficiale è stata il degrado dell’immobile, necessità di vendita, sicurezza. Il dialogo del vescovo attuale monsignor Abbondio con il dirigente del patrimonio immobiliare è stato breve. Prima sono stati ventilati sgomberi con le forze dell’ordine, poi è stato concesso alla comunità qualche giorno in più, giusto il tempo di Pasqua, per svuotare i locali».
I fedeli si sono rivolti anche al sindaco Rapinese, ma senza risultati. «Richieste di aiuto? Ne sono state fatte. Inutili. Il sindaco non ha tempo per le lettere strazianti di una comunità dimenticata. I dirigenti si limitano a ricordare che «il Comune non è obbligato a dare nulla». E formalmente hanno anche ragione. Peccato che la Como di oggi sembri aver dimenticato la Como di ieri: quella che, senza troppi proclami, aveva trovato uno spazio per una piccola chiesa di immigrati ortodossi, la maggior parte ucraini. Oggi quell’edificio non è stato venduto. Rimane lì, sbarrato, silenzioso, abbandonato».