La Svizzera firma i patti: ecco come cambia il fisco per i frontalieri

La nuova legge entrerà in vigore a partire dal prossimo 1 gennaio Fino alla fine del 2023 anche i neoassunti pagheranno le imposte solo in Ticino

La dogana di Como Chiasso

La dogana di Como Chiasso

Roberto Canali

COMO

Dopo anni di discussioni e grazie a un’accelerazione negli ultimi mesi, l’accordo sulla nuova imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri contro la doppia imposizione è finalmente stata recepita anche dal Consiglio Federale Elvetico che ha firmato i patti bilaterali e approvato il testo della convenzione già votata dalla Camera e il Senato italiani.

La nuova legge entrerà in vigore a partire dal prossimo 1 gennaio, sembra tanto tempo e invece è praticamente domani almeno a giudicare dalla mole di lavoro che attenderà gli uffici chiamati a elaborare le nuove tabelle fiscali che saranno applicate ai nuovi frontalieri, ovvero quelli assunti dopo il 18 luglio del 2023 - data di firma degli accordi - che in pratica pagheranno l’imposta alla fonte nel Cantone in cui risultano impiegati, ma dovranno poi versare l’Irpef anche in Italia, portando in detrazione quello che già hanno pagato dall’altra parte del confine.

Fino alla fine dell’anno anche i neoassunti continueranno a pagare le imposte solo in Svizzera, godendo solo per qualche mese di un regime che invece spetterà agli "altri" frontalieri, assunti prima del 18 luglio 2023, fino alla pensione. Una situazione destinata poi a cambiare con l’inizio del prossimo anno.

Si tratta delle cosiddetta "clausola di salvaguardia" introdotta grazie alla mediazione dei sindacati, uno status che potranno conservare anche in caso di cambiamento del posto di lavoro o periodi di disoccupazione. Sono considerati "vecchi frontalieri fiscali". coloro che, al momento dell’entrata in vigore dell’accorso hanno residenza fiscale nei Comuni di confine, fanno rientro giornaliero tra Italia e Svizzera, hanno il loro datore di lavoro in Ticino, Grigioni o Vallese e mantengono questi elementi nel tempo per tutta la durata del proprio lavoro in Svizzera.

I lavoratori frontalieri "fuori fascia" ovvero quelli che sono già attivi in Svizzera ma che non hanno la residenza fiscale nei Comuni di confine o non hanno il rientro giornaliero saranno ancora tenuti a dichiarare il reddito in Italia. Anche loro potranno tuttavia godere di alcune condizioni migliorative ottenute grazie alla trattativa delle parti sociali, in particolare una franchigia fiscale di 10mila euro che sarà deducibile dal reddito imponibile in Italia.