Como, il tessile a due velocità: Ratti raddoppia gli utili, Canepa ricorre alla cassa integrazione

Le due aziende simbolo del tessile comasco sono la cartina tornasole del momento del settore nel post Covid: l’export e i bilanci si sono ripresi, l’occupazione fatica

Un lavoratore del tessile, fiore all'occhiello del Comasco

Un lavoratore del tessile, fiore all'occhiello del Comasco

COMO – Un bilancio in chiaroscuro per il tessile comasco ben rappresentato da due delle sue aziende simbolo: lo storico gruppo Canepa che ha appena siglato un intesa con le parti sociali per il ricorso agli ammortizzatori sociali, e il gruppo Ratti il cui bilancio registra utili in doppia cifra. Un po’ la sintesi di quel che è capitato al settore dopo il Covid: anche se l’export e i bilanci si sono ripresi, l’occupazione continua a essere il tasto dolente. In provincia di Como quando si parla di tessile si parla di seta e quindi di un mercato di altissima qualità la cui produzione è destinata alle grandi maison del lusso.

Gli affari nel primo semestre del 2023 sono andati bene e il tessile ha contribuito non poco a far volare l’export del distretto comasco oltre i 6,5 miliardi di euro, ma già nel corso dell’estate si sono avvertiti i primi rallentamenti. Alla Canepa di San Fermo della Battaglia il nuovo amministratore delegato, Alfredo Caneparo, dopo le preoccupazioni del luglio scorso ha siglato l’intesa con le parti sociali che prevede la cassa integrazione straordinaria per 65 dipendenti su un totale di 2.017 per 12 mesi, oltre a incentivi per favorire gli esodi volontari. Un modo per scongiurare, almeno nell’immediato, gli esuberi.

Viaggia con il vento in poppa il Gruppo Ratti di Guanzate, in cui fatturato nel primo semestre del 2023 ha registrato una crescita del 14,3%. I ricavi hanno superato i 44 milioni di euro, in crescita di 5,6 milioni rispetto allo stesso semestre del 2022. A trainare la crescita è stato il polo del lusso, con +4,1 milioni di euro pari al 20,7% in più, ottima la perfomance del settore Studio (+1,8 milioni di euro pari al +41,6%), in contrazione solo il settore Rainbow per la scelta dei grandi gruppi del fast-fashion di approvvigionarsi in oriente per ridurre i costi di produzione.

A guidare l’export del gruppo Ratti è stato il Vecchio Continente, con una crescita di 3,2 milioni di euro pari a +17,5%, le vendite sono andate molto bene sul mercato domestico e in Francia, dove da sempre è destinata una fetta cospicua della produzione del gruppo tessile comasco. In tenuta il mercato Usa mentre la vera sorpresa è stata la crescita, +24,5%, del mercato giapponese da sempre attento estimatore della qualità italiana, specie nel mondo del tessile.

«L’andamento dei ricavi evidenzia la capacità di reagire all’aumento dei costi legato sia all’incremento dei prezzi dei fattori produttivi - spiega in una nota il gruppo guidato da Sergio Tamborini che è anche presidente del Sistema Moda Italia - in particolare le energie, sia ad un aumento dei costi delle strutture aziendali, frutto delle importanti azioni organizzative effettuate dalla capogruppo nel corso del secondo semestre 2022, con particolare riferimento alle aree industriali e creative, per mantenere e migliorare il livello di efficienza complessiva".