
In provincia di Como nel settore tessile le richieste di Cig sono cresciute del 35% nei primi nove mesi del 2024
Como – Preoccupa l’aumento della cassa integrazione in provincia di Como dove le domande sono aumentate del 44,9% con 4.549 lavoratori coinvolti. Il settore maggiormente in crisi è quello dell’edilizia dove, dopo gli anni del boom dovuto al Superbonus del 110%, il ricorso agli ammortizzatori sociali è cresciuto del 95,5%, ma preoccupa anche il comparto industriale con un aumento del 23,2% e anche il commercio, che ha registrato un +23,1% delle domande di aiuto.
L’aumento più significativo di richieste riguarda la cassa ordinaria, con un aumento del 28,4%. “Anche se a livello nazionale si continua a dire che va tutto bene e l’economia cresce, il dato della cassa integrazione è allarmante – spiega Salvatore Monteduro, segretario confederale di Uil Lombardia –. Le imprese stanno attraversando una crisi profonda e interi settori dell’economia sono a rischio collasso”.
Una crisi di sistema come aveva denunciato il presidente di Confindustria Moda, Sergio Tamborini, rivolgendo un appello al mondo delle istituzioni. “Questa volta abbiamo bisogno di battere un po’ più fortemente alle porte di chi governa per avere delle prospettive vere. C’è il tema delle filiere, quello della formazione, quello della riqualificazione delle persone che fatalmente col cambio di tecnologie dovranno uscire dal mondo del lavoro, un ridimensionamento delle stesse strutture. C’è un momento da passare che è ancora complesso”.
In provincia di Como nel settore tessile le richieste di Cig sono cresciute del 35% nei primi nove mesi del 2024 e il 2025 senza gli aiuti del Governo e una programmazione adeguata rischia di non essere migliore, specie con il ritorno del presidente Trump alla guida degli Usa e un nuovo protezionismo segnato dal ricorso ai dazi. Un freno per il tessile comasco che grazie ai sui filati pregiati, su tutti la seta, vale 2,1 miliardi con un export di 1,3 miliardi che sale a 1,5 miliardi sommando la pelle e gli accessori, ovvero il 22% di tutto l’export del Lario. Secondo la Uil occorre mettere in campo provvedimenti urgenti che prevedano un piano straordinario per il lavoro, con un rifinanziamento degli ammortizzatori sociali per garantire coperture adeguate ai lavoratori coinvolti; interventi mirati per l’edilizia e l’industria, con incentivi per la ripresa degli investimenti produttivi e misure per la riqualificazione dei lavoratori.