Uno spiraglio per il Casinò, ma i giudici prendono tempo

A settembre verrebbe riaperto con 174 dipendenti . Pochi giorni per la decisione

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La decisione arriverà tra qualche giorno, perché ieri i giudici del Tribunale Fallimentare di Como, hanno concluso l’udienza andando in riserva circa la decisione di concedere o meno alla Società di gestione del Casinò di Campione, la possibilità di tentare un risanamento dei bilanci. E quindi, l’accoglimento del concordato preventivo. Il piano messo a punto dalla società era già stato depositato da qualche settimana, ma ieri il Procuratore Capo di Como, Nicola Piacente, ha sollevato una serie di criticità sulla fattibilità giuridica ed economica del piano, che hanno obbligato i giudici a fare ulteriori riflessioni in merito a eventuali decisioni già avviate. Ora non c’è un termine preciso per sciogliere la riserva e depositare la decisione, ma in genere i tempi non superano i cinque giorni, dieci al massimo. La proposta della casa da gioco, si articola attorno a una serie di rigide voci di risparmio, soprattutto se paragonate alla gestione che era sfociata nella prima richiesta di fallimento. Ora si parte da una drastica riduzione del personale, una razionalizzazione dei contratti il taglio netto dei contributi dovuti al Comune, e il reinvestimento sociale degli introiti. Per quanto riguarda la gestione dei debiti, la Società garantisce il pagamento di tutti i privilegiati, e se possibile, anche di tutti quelli chirografari. A settembre il casinò verrebbe riaperto con 174 dipendenti, con l’obiettivo di arrivare a 274 nell’arco dei prossimi cinque anni. In questo modo, il costo del lavoro passerà da 50 milioni di euro all’anno, a meno di 11 per arrivare a un massimo di 17 milioni dopo cinque anni. Anche i contributi destinati al Comune muterebbero significativamente: non più di mezzo milione nel primo anno di ripartenza, per arrivare a una quota massima di 2 milioni e mezzo