Tentato omicidio, bocca chiusa davanti al giudice

Trentottenne aveva messo le mani al collo del suo legale durante un colloquio

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Ha deciso di non rispondere alle domande del giudice, rinunciando a dare una spiegazione del gesto commesso venerdì, quando si era barricato all’interno di uno studio legale e aveva aggredito l’avvocato. Alla luce della ricostruzione di quanto accaduto in quella mezzora, prima che vigili del fuoco e carabinieri facessero irruzione, per Andrea Giacomo Cetti, trentottenne di Como, l’accusa è di tentato omicidio. Ieri mattina è stato interrogato dal gip di Como Carlo Cecchetti, che ha convalidato il suo arresto ed emesso l’ordinanza di custodia in carcere, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Rose (foto). La difesa, avvocato Romina De Colle, ha invece chiesto che vengano svolti approfondimenti clinici sulla salute psicofisica del suo assistito, proprio in considerazione di quanto accaduto e del gesto commesso. Sottoposto a una misura cautelare alternativa al carcere, venerdì alle 10.30 si era presentato all’interno dello studio legale Galati di via Mentana. Ma durante il colloquio con l’avvocato, lo aveva aggredito e gli aveva messo le mani al collo. Il professionista in un primo tempo era riuscito a calmarlo e a convincerlo a uscire, ma mentre arrivavano i soccorsi e i carabinieri, Cetti si era barricato all’interno dello studio. I vigili del fuoco si erano arrampicati su un balcone, ed avevano consentito ai carabinieri di entrare spaccando il vetro di una portafinestra. Era stato quindi portato in caserma e arrestato. L’avvocato aveva deciso di non farsi refertare, ma la ricostruzione di quanto avvenuto, e delle modalità dell’aggressione, ha portato il magistrato a contestargli l’accusa di tentato omicidio. Ieri mattina l’interrogatorio di convalida, durante il quale Cetti ha deciso di non fornire la sua versione. Pa.Pi.