Svizzera-Italia, dogana a senso unico: passano gli stranieri

Gli unici a beneficiare della riapertura della frontiera sono stati i turisti tedeschi e olandesi diretti al mare

Controlli in dogana (Cusa)

Controlli in dogana (Cusa)

Como, 4 giugno 2020 - Alla fine gli unici a beneficiare della riapertura dei confini tra Italia e Svizzera sono stati i turisti tedeschi e olandesi, ordinatamente in fila dalla mezzanotte di martedì quando il Belpaese ha riaperto ai cittadini dell’area Schengen. Un arrivo il loro salutato come una boccata di ossigeno per alberghi e operatori turistici, anche se la maggior parte delle auto e dei camper che hanno varcato il valico autostradale di Brogeda erano diretti verso la Riviera Adriatica e le località turistiche del Centro e Sud. Nella mattinata di ieri si sono rivisti in dogana anche i primi svizzeri ai quali da ieri venire nel nostro Paese è sconsigliato, ma non proibito. In realtà l’unica proibizione rimasta in vigore è l’ingresso in Italia per fare acquisti, tassativamente punito al rientro in Svizzera con un ammenda da 100 franchi, mentre è possibile uscire per turismo, visite familiari, andare nella seconda casa, al ristorante o ad esempio dal parrucchiere. Al contrario agli italiani continua a essere vietato l’ingresso in Svizzera così com’è stato negli ultimi tre mesi, eccezion fatta per i frontalieri.

Tutta colpa del capolavoro diplomatico del Belpaese che ha deciso la riapertura unilaterale dei confini senza una trattativa con gli Stati vicini. Ha buon gioco Berna a tenere chiuso dal momento che la stessa decisione è stata presa da Parigi e Vienna che rientrano nell’area Schengen. "L’ingresso in Svizzera è garantito ai cittadini confederati, a chi ha un permesso di domicilio o a chi lavora regolarmente nel nostro Paese – sottolinea il presidente del Consiglio di Stato del Canton Ticino, Norman Gobbi - Quello che siamo riusciti a garantire a livello di evoluzione dei contagi è anche grazie ad un rispetto rigoroso delle regole. Ora dobbiamo evitare una falsa partenza ma fare un passo alla volta". Inutile dire che i numeri del coronavirus in Italia fanno ancora paura, ma a sconcertare è anche il guazzabuglio di norme. "In Svizzera c’è un’ordinanza federale senza eccezioni cantonali, mentre oltre confine non è così – riassume Francesco Quattrini, delegato per le relazioni esterne del Canton Ticino - Gli svizzeri che si recheranno in Italia dovranno fare attenzione alle disposizioni in vigore anche perché le sanzioni sono molto severe". Un ottimo disincentivo per gli svizzeri diretti in Italia è la consapevolezza di poter essere sottoposti a controlli sanitari e addirittura a quarantena al rientro. Restrizioni che con Francia e Austria cadranno il prossimo 15 giugno mentre potrebbero proseguire fino al 6 luglio.