
Senza turisti e senza movida era destino che a monopolizzare l’estate 2020 a Como dovessero essere i senzatetto. Capitò quasi la stessa cosa quattro anni fa con i migranti, ma allora si trattava di un problema serio. L’andirivieni dei barconi sul canale di Sicilia era al suo culmine e nei centri profughi iniziò a diffondersi la voce che l’unica speranza era fuggire verso il Nord Europa, attraverso la Svizzera. Centinaia di somali ed eritrei arrivarono in città e per settimane cercarono, senza successo, di passare il confine finendo per fondare una tendopoli nel parco di fronte alla stazione San Giovanni. Una situazione simile a quella di Ventimiglia e Calais. Dopo quattro anni, un centro profughi aperto e chiuso, la situazione è rimasta praticamente la stessa, se non fosse per i numeri che per fortuna si sono drasticamente ridimensionati. Oggi a dormire in strada in città si stima siano un centinaio di persone, non solo migranti ma tanti clochard alcuni dei quali italiani.
Basterebbe un dormitorio in qualche stabile dismesso in periferia, ad esempio il San Martino, ma le soluzioni a Palazzo Cernezzi non piacciano. Così lunedì sera è andata in scena l’ennesima protesta fuori dal municipio con duecento manifestanti che hanno chiesto a gran voce un incontro con il sindaco a nome dei senzatetto, e dei migranti regrediti a clochard, che da tre settimane sono tornati a dormire sotto i portici di San Francesco. L’antefatto è che lunedì mattina il Comune ha autorizzato una sanificazione molto più simile a uno sgombero per Rifondazione Comunista, le Sardine di Como, Como Accoglie e Como senza frontiere. Con manifesti, volantini e anche un materassino i manifestanti hanno occupato l’ingresso del municipio finché a parlare con loro non è sceso anche il sindaco, Mario Landriscina, insieme all’assessore alla Sicurezza, Elena Negretti. Al colloquio è stata ammessa solo una delegazione di manifestanti che al loro ritorno in piazza ha definito le parole di Landriscina "imbarazzanti", il suo atteggiamento "indegno" e per farla breve l’hanno invitato "a dimettersi anziché continuare ad arrampicarsi sugli specchi". Ad aspettare di fronte ai cancelli chiusi del municipio c’era anche qualche rappresentante dei senzatetto, in libera uscita prima di fare ritorno a San Francesco per la notte. Ieri mattina per la cronaca in via Mentana è tornata la polizia per mettere pace tra i migranti e gli operai di un cantiere. Meno male che per Palazzo Cernezzi "la situazione è sotto controllo", sarà per questo che nessuno si è ancora deciso a fare qualcosa. © RIPRODUZIONE RISERVATA