Security nelle discoteche, le accuse confermate

Per alcuni degli imputati le pene in Appello si sono ridotte per altri invece sono aumentate

Una condotta di associazione a delinquere che i giudici hanno riconosciuto, accogliendo in buona parte l’impianto accusatorio della Dda, alcuni ritocchi nella quantificazione delle pene, e soprattutto un altro capitolo chiuso nel procedimento giudiziario sulla gestione della security nelle discoteche del Comasco, scaturito dall’indagine condotta dai carabinieri di Cantù e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. Ieri si è concluso il processo d’Appello, che ha nuovamente riconosciuto l’associazione a delinquere per tre imputati: Umberto Cristello, 54 anni di Seregno, la cui condanna è passata da 14 anni a 17 anni e 9 mesi, e Carmelo Cristello, 48 anni di Cabiate, passato da 14 anni e 2 mesi a 9 anni, e Luca Vacca, 38 anni di Mariano Comense, la cui condanna è scesa da 10 anni e 8 mesi a 9 anni e 5 mesi.

Per loro, la Corte d’Appello di Milano ha riconosciuto il vincolo associativo, così come compariva nell’ordinanza di custodia cautelare che li aveva condotti in carcere a giugno 2020, salvo poi andare incontro a una sentenza di primo grado, al termine del processo con rito abbreviato che, pur mantenendo elevate le pene, aveva escluso il vincolo associativo. L’accusa comprendeva anche Daniele Scolari, 33 anni di Mariano Comense, condannato inizialmente a 5 anni e ora a 4 anni e 8 mesi, rimasto escluso dalle modalità associative che gli venivano contestate. La ricostruzione che li aveva condotti in carcere, ipotizzava un legame di natura ‘ndranghetista tra gli imputati, per la gestione dei servizi di sicurezza nelle discoteche del Comasco. I due Cristello come referenti, Scolari e Vacca incaricati di "compiere gli atti estorsivi, di controllare i settori economici monopolizzati dal sodalizio, di intimidazione dei concorrenti e di organizzazione operativa dei servizi di sicurezza dei locali notturni".

Una gestione della security, che sarebbe più volte sfociata in estorsioni e atti di intimidazione, per garantirsi gli incarichi. Lo stesso procedimento conteneva un filone, di spaccio di droga, che ruotava sempre attorno ai due Cristello. In questo secondo caso, nel Comasco sono stati condannati, Luigi Manno, 36 anni di Como, passato da 9 anni e 4 mesi a 7 anni di reclusione, e Massimiliano Tagliabue, 52 anni di Cabiate, la cui condanna a 2 anni è scesa a un anno e 11 mesi, con sospensione condizionale. Pa.Pi.