Quindicimila ospiti in visita alla base per conoscere piloti e aerei

Quindicimila ospiti in visita alla base per conoscere piloti e aerei

Quindicimila ospiti in visita alla base per conoscere piloti e aerei

Oltre quindicimila persone ieri hanno fatto visita alla base dell’aeronautica Militare a Ghedi, che ha festeggiato i 100 anni della Terza Arma italiana in ordine di Fondazione dopo l’Esercito Italiano e la Marina Militare. Ad aprire l’open day dedicato alla cittadinanza, che ha letteralmente "invaso" la sede dei Diavoli Rossi, dove tutto si è svolto con compostezza sotto l’occhio vigile dei militari, delle forze dell’ordine e delle Infermiere volontarie della Croce rossa italiana, che con Aeronautica militare hanno un rapporto a doppio filo, specie a Brescia.

La cerimonia è stata presieduta dal colonnello pilota Giacomo Lacaita, comandante del VI Stormo alla presenza del prefetto di Brescia Maria Rosaria Laganà e delle autorità civili, militari e religiose della provincia bresciana, oltre che delle rappresentanze delle associazioni d’Arma, dei gonfaloni della città di Ghedi, di Brescia e della Provincia. Il pubblico ha potuto seguire un percorso itinerante all’interno di una vasta area espositiva, in cui ha potuto vedere materiali e mezzi in dotazione allo Stormo. Il colonnello Lacaita, dopo avere deposto una corona d’alloro ha sottolineato che "Oggi abbiamo avuto il privilegio e l’onore di festeggiare il centenario della costituzione dell’Aeronautica militare su uno dei più antichi campi di aviazione. Su questi cieli volò anche d’Annunzio. Questo per testimoniare la profonda connessione che, dagli albori del volo, c’è fra l’Aeronautica Militare e la terra bresciana. Ghedi ha dato alla forza armata generazione di valorosi aviatori che oggi insieme a noi festeggiano i cento anni dell’AM da protagonisti indiscussi animati da passione e abnegazione, ingredienti che consentono a questa organizzazione, agli uomini e alle donne, assolutamente normali di prestare un servizio straordinario". Alla giornata ha presenziato l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Milla Prandelli