
Dopo le proteste e la mobilitazione il coordinamento nato per salvaguardare il Monte San Primo rivolge un invito alle istituzioni, in primis Comunità Montana del Triangolo Lariano e Comune di Bellagio, per rivedere il progetto sul rilancio turistico da cinque milioni di euro che rischia di snaturare la montagna per trasformarla in un comprensorio sciistico. Tra gli interventi in programma infatti, grazie al progetto finanziato da Regione Lombardia e Ministero dell’Interno, rientrano insieme alla sistemazione dei sentieri e la cartellonistica, l’ampliamento delle aree parcheggio, la ristrutturazione di una struttura ricettiva e il miglioramento dei servizi per l’antincendio boschivo con relativo invaso idrico, la realizzazione di quattro tapis roulant, di un laghetto e dell’impianto di innevamento del pianone. "Si tratta di nuovi impianti che impatterebbero con l’equilibrio ambientale della montagna, determinando in contemporanea lo spreco di risorse economiche – spiegano gli ambientalisti che sono supportato nella loro battaglia anche dal CAI Lombardia, Cgil e Arci – Al contrario occorre intervenire con lo smantellamento degli impianti sciistici abbandonati, riqualificando alcuni degli edifici esistenti e sviluppare un progetto di mobilità sostenibile per consentire alle persone di scoprire il San Primo rispettando la montagna". Le richieste degli ambientalisti sono state sintetizzate nell’Appello per la salvaguardia del Monte San Primo. Nell’appello si è chiesto di rinunciare al progetto o almeno di stralciare le opere più invasive. "I nuovi impianti sciistici infatti verrebbero realizzati ad una quota tra i 1.100 e i 1.400 metri – concludono – A queste quote è ormai risaputo, nevica con sempre meno intensità".