REDAZIONE COMO

Piscina per disabili chiusa, un silenzio assordante. In cinquanta attendono risposte

Nonostante la promessa del sindaco Rapinese per via Del Dos

Due mesi non sono niente se misurati con l’orologio della pubblica amministrazione, ma possono essere interminabili per chi ha bisogno d’aiuto, specie se si tratta di disabili. Un silenzio assordante quello del Comune di Como per una cinquantina di portatori di handicap, di varia gravità, che da anni gravitavano attorno alla piscina di via Del Dos, chiusa dall’amministrazione a fine del luglio scorso al termine di un lungo contenzioso, finito anche di fronte al Tar e all’Autorità nazionale anticorruzione, con l’associazione Colisseum che aveva impugnato la gara d’appalto. Nonostante la promessa del sindaco, Alessandro Rapinese, le famiglie sono ancora in attesa di una risposta anche dai servizi sociali che finora non sono stati in grado di trovare una struttura alternativa in grado di permettere ai disabili di svolgere i trattamenti fisioterapici di cui hanno assoluta necessità. La Regione Lombardia infatti non riconosce il nuoto tra le attività riabilitative e questo pone parecchi problemi anche alla possibilità di accedere ai contributi e alle risorse che sono indispensabili alle associazioni che prestano assistenza ai disabili. Spese aumentate, se non addirittura raddoppiate, per l’aumento del costi degli impianti dovuti al caro-bollette e per la necessità di dover trasferire i disabili lontano dalla città. L’unica piscina in provincia di Como che sembra parzialmente adatta alle attività di riabilitazione è quella di Cantù, ma i posti a disposizione sono pochi e le associazioni sperano nell’aiuto dell’amministrazione comunale per riuscire a raggiungere una convenzione. Nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale il problema è stato sollevato anche dalla capogruppo di minoranza, Barbara Minghetti. Ro.Ca.