ROBERTO CANALI
Cronaca

Parco alla cascata di Vallategna Avviato il restyling del gioiellino

La bellezza del sito decantata anche da Stendhal e Parini . Nell’800 le sue acque sfruttate. dalla filanda con 200 operai

di Roberto Canali

Prima di farla diventare un parco ci vorrà tempo, ma il primo passo è stato mosso. Del resto quanto al neo sindaco Tiziano Aceti la Cascata Vallategna stesse a cuore lo si era capito fin dalla campagna elettorale, con l’impegno a "valorizzare e rendere accessibile al pubblico" il salto d’acqua all’ingresso del paese. Ieri è iniziata la pulizia dell’area ed è stato affidato all’architetto Giulio Serio uno studio per la riqualificazione del comparto. Prima di poter passeggiare all’interno del parco che sorgerà attorno alla cascata alimentata dal torrente Foce ci vorrà tempo. Una passeggiata che porterà dal salto d’acqua alto trenta metri fino all’orrido di Ponte Scuro lungo il percorso descritto da Stendhal fin dal lontano 1818, nel suo “Viaggio in Italia“, in una lettera scritta all’amico Giuseppe Vismara in cui confidava di voler ambientare in quei luoghi un’opera teatrale a cui stava lavorando.

La bellezza della Vallategna non era sfuggita neppure a Giuseppe Parini che amava comporre in una casa acquistata proprio vicino alla cascata. La Vallategna nel Settecento ispirò anche gli industriali di Canzo i quali, grazie alla corrente impetuosa delle acque del torrente Foce, edificarono in breve tempo nove filande che davano lavoro a oltre 200 persone. Fu la fortuna del paese che in breve tempo divenne uno dei borghi più industrializzati tra Como e Lecco. A metà Ottocento Carlo Verza fondò ai piedi della cascata quella che all’epoca era per dimensioni la terza tessitura della Lombardia, con oltre 1.300 operai. Un secolo dopo quel luogo sarebbe stato scelto da Salvatore Fiume per il suo atelier, consacrando ancora una volta la Vallategna al mondo dell’arte.