
Fissato il calendario La Corte aveva ipotizzato di chiudere a luglio invece serviranno altri due mesi dopo la pausa estiva
Udienze fissate fino a ottobre e una sentenza che potrebbe arrivare non prima di fine anno. Si allungano i tempi della conclusione del processo per il rapimento e omicidio di Cristina Mazzotti, che si sperava di poter chiudere entro luglio. Ieri si è svolta un’udienza dedicata al deposito di alcune integrazioni documentali, ma è stata anche occasione per fissare le nuove date, che hanno aggiunto almeno due mesi dopo la pausa estiva. A processo, per quei fatti tragici avvenuti a luglio 1975, sono rimasti tre dei quattro imputati accusati, a distanza di cinquant’anni, di essere gli esecutori materiali dei sequestro della diciottenne di Eupilio, mai più ritornata a casa. Giuseppe Morabito, ottantenne di Varese, è infatti morto a dicembre, ed era ritenuto il mandante. Davanti alla Corte d’Assise, sono quindi rimasti solo Demetrio Latella, 70 anni, Giuseppe Calabrò, 74 anni e Antonio Talia, 73 anni: secondo la Procura di Milano, in concorso con le altre tredici persone già condannate in passato, "presero parte attiva e portarono a compimento la fase esecutiva del sequestro", che si era concluso con un omicidio volontario in concorso aggravato dalla crudeltà".
Sarebbero stati loro a bloccare la Mini su cui viaggiava Cristina Mazzotti, consegnandola poi alla banda dei carcerieri che l’aveva lasciata morire somministrandole dosi eccessive di sedativi, per poi gettarla in una discarica in provincia di Novara. Per 27 giorni, Cristina Mazzotti fu tenuta prigioniera in una buca scavata nel terreno della cascina Padreterno, nei pressi di Castelletto Ticino.Paola Pioppi