REDAZIONE COMO

Como, i tre attivisti no vax avevano una lunga lista di obiettivi. “L’élite internazionale è il nemico”

Perquisizioni domiciliari a casa del 64enne di Como e delle due donne di 58 e 60 anni che sono stati denunciati per imbrattamento e deturpamento

Una delle scritte no vax

Una delle scritte no vax

Como, 16 dicembre 2024 – La scorsa primavera avevano imbrattato con scritte no-vax diversi edifici nel Comasco: il muro di cinta del Cimitero monumentale di Como, la sede della televisione locale EspansioneTv, una scuola di Olgiate Comasco e ancora i cimiteri di Caslino e Cirimido. Al termine dell’indagine degli agenti della questura di Como, tre attivisti contrari ai vaccini sono stati identificati e denunciati per imbrattamento e deturpamento.

Si tratta di un uomo di 64 anni residente a Como e due donne di 58 e 60 anni residenti rispettivamente a Pontida (Bergamo) e a Cogliate (Milano). I blitz notturni dei tre no vax comprendevano scritte contro i vaccini e anche la sigla, composta da due lettere "V" affiancate all'interno di un cerchio rosso. Ora, a distanza di qualche giorno dall'identificazione dei presunti attivisti, sono emersi i risultati delle perquisizioni: al domicilio di una delle due donne la Digos ha rinvenuto un elenco di possibili ulteriori obiettivi identificati all'interno di 23 comuni della provincia di Como, e una sorta di vademecum comportamentale al quale attenersi, contenente regole e prescrizioni: “Chi è il nemico? L'élite internazionale che vuole depopolare perché vogliono controllarci. Ora siamo 8 miliardi, 2 o 3 miliardi si controllano meglio”.

Oppure: "Il popolo ha diritto alla vertà (...) Disobbedienza civile e non violenza, ma non pacifica”. Poi qualche consiglio per cautelarsi dal rischio di essere identificati: “Non condividere il numero di telefono, cancellare la cronologia delle chat (...) Togliere il salvataggio automatico”. Qualche commento di critica, dopo l'identificazione dei tre "no-vax", è apparso anche sulle pagine social della questura di Como. L'operazione della Digos è stata definita "un'altra buffonata del sistema nazicom".