FEDERICA PACELLA
Cronaca

Meno bimbi, più anziani. La scuola dell’infanzia sede per la terza età

In commissione urbanistica la trasformazione della Valotti: ospiterà associazioni. Una parte dell’edificio continuerà ad accogliere i piccoli dell’asilo nido .

Meno bimbi, più anziani. La scuola dell’infanzia sede per la terza età

Sempre meno bimbi, sempre più anziani. Un dato di fatto, certificato dagli ultimi dati Istat, di cui è dimostrazione la trasformazione della scuola Valotti da scuola d’infanzia in sede di attività associative per anziani.

Ieri in commissione urbanistica è stato presentato lo stato dei lavori sull’immobile di Mompiano, che è stato ripartito in due sezioni. In una da settembre ci sono i piccoli del nido, servizio che, per ora, non risente dell’inverno demografico in quanto solo una parte delle famiglie lo utilizza (a Brescia i posti a disposizione superano il 30%).

A maggio, invece, dovrebbero concludersi i lavori per gli spazi per anziani (300mila euro i costi) segno della trasformazione della società.

Secondo i dati Istat relativi al 2023, Brescia non sfugge alle dinamiche nazionali di invecchiamento della popolazione. Cresce la speranza di vita (ed è una buona notizia), con una variazione di 0,8 anni rispetto al 2022 per le donne (l’età media è di 86,5 anni) e di 0,6 per gli uomini (i bresciani vivono in media fino a 82,1 anni). In calo i decessi, con una variazione del -7,1% sul 2022, quando si era registrata una stagione influenzale aggressiva e ondate di calore estive particolarmente preoccupanti.

Pochi, però, i nati: “solo“ 8.600 bambini in tutta la provincia di Brescia, in calo dell’1,1% rispetto al 2022. In diminuzione anche il numero medio di figli per donna: era stato 1,31 nel 2021, 1,30 nel 2022 e si è arrivati a 1,28 nel 2023, con un’età media al parto per le donne in costante aumento (32,1 anni nel 2023).

Queste dinamiche hanno portato a una popolazione composta al 22,8% da over 65, a fronte solo di un 13% nella fascia tra 0 e 14 anni, in linea con la media lombarda. Il calo delle nascite, però, comporta un arresto nella crescita della popolazione. Con un tasso di natalità fermo al 6,8 (su 1.000 residenti) e un tasso di mortalità al 9,5, il tasso di crescita naturale è di -2,7 (tra i più alti, comunque, in Lombardia).

C’è anche una quota positiva di migrazione, 6,6 totale tra chi si sposta in altri territori in Italia e chi va all’estero. Nell’anno scolastico 2024-2025, saranno soprattutto le primarie a “pagare“ lo scotto del calo di nati: secondo i dati comunicati dall’ufficio scolastico provinciale, nell’infanzia si perderanno due sezioni, mentre nella primaria ben 46, di cui 9 in città.