REDAZIONE COMO

Quelle ossa non sono di Matteo Pina. Amarezza e rassegnazione a Pusiano

Ragazzo inghiottito dal lago, il ritrovamento aveva riacceso la speranza di PAOLA PIOPPI

Il momento del ritrovamento delle ossa vicino all’isola a giugno

Pusiano, 11 gennaio 2016 - Che fossero ossa non c’erano dubbi, ma fin da subito, in quel ritrovamento avvenuto a Pusiano lo scorso giugno, era mancato il reperto che potesse far pensare, o sperare, che si trattasse di uno scheletro umano. Niente parti craniche, femori o altri frammenti fortemente indicativi. E non sarebbe potuto essere diversamente perché quelle ossa, recuperate da un gruppo di sommozzatori con la suggestione che si potesse trattare di una persona, sono in realtà appartenenti a un bovino. Una mucca, per la precisione. Lo ha confermato l’analisi svolta l’anatomopatologa forense Cristina Cattaneo, del Labanof di Milano, indirizzando il fascicolo di indagine verso l’inevitabile archiviazione. Quelle parti scheletriche erano state avvistate da un gruppo di sub lecchesi, in prossimità della riva nel tratto davanti a Pusiano.

Le ricerche e il recupero erano quindi proseguiti con l’intervento dei sommozzatori dei vigili del fuoco di Como, che avevano lavorato con i carabinieri di Erba. Per un giorno intero erano proseguite le immersioni, alla ricerca di ulteriori reperti. Le ricerche erano poi state sospese, in considerazione di due aspetti: il primo è il fondale fortemente melmoso del lago di Pusiano, che rende difficoltosa ogni operazione subacquea se non fortemente mirata in un’area circoscritta. Il secondo elemento, fondamentale, era stata appunto la consulenza affidata dal sostituto procuratore di Como Antonio Nalesso, al laboratorio milanese specializzato nell’analisi dei reperti ossei, il cui risultato avrebbe determinato l’esigenza di ulteriori ricerche. Ma il responso è stato più che chiaro, sufficiente ad accantonare qualunque ipotesi: anche quelle legate alla scomparsa di Matteo Pina. Il giovane canoista era sparito nel settembre 2004, inabissandosi nelle acque del lago di Pusiano dopo essersi ribaltato durante un’escursione con un amico. Cinque anni dopo il Tribunale di Como ne aveva decretata la morte presunta, a fronte dell’impossibilità di individuare il suo corpo sul quel fondale melmoso e scuro, che inghiotte qualunque minimo peso si adagi sulla vegetazione fittissima che lo ricopre.

Il ritrovamento di giugno, aveva immediatamente fatto riaffiorare quel ricordo, sostenuto dalle dichiarazioni di una medium che aveva ulteriormente evocato quella vicenda. Tuttavia, allo stesso tempo, si è sempre saputo che quelle stesse acque sono spesso frequentate da animali di grosse dimensioni, non ultimi i wallaby che da anni vivono sull’Isola dei Cipressi e che periodicamente si avventurano in nuotate verso riva. La mancanza di parti ossee immediatamente riconoscibili, aveva imposto di tenere in considerazione anche questa possibilità, che ora è stata confermata dall’esame di laboratorio. Come sia arrivata quella mucca nel lago di Pusiano non si sa. La certezza che si tratta di un animale, mette la parola fine a ogni esigenza istruttoria, che si chiuderà formalmente con la formalizzazione della richiesta di archiviazione da parte della Procura. di PAOLA PIOPPI