Tornano ad alzarsi i numeri dei transiti illegali di migranti tra Italia e Svizzera, ma non è più possibile individuare un filone di provenienza prevalente. I numeri sono indicativi di una evidente ripresa della circolazione delle persone verso il Nord Europa, anche di chi non è possesso di titoli che gli consentirebbero di attraversare confini: le Guardie di confine svizzere, parlano di 11mila persone fermate nel 2020 per ingresso illegale, salite a più di 18mila nel 2021. Un balzo in avanti: "Le cifre sull’immigrazione irregolare di dicembre – spiegano le autorità elvetiche - sono in linea con il mese precedente in tutte e tre le aree segnalate: soggiorni illegali, sospetta attività di passatori e riammissioni alle autorità straniere. Ma sono significativamente più alte rispetto a dicembre dell’anno precedente". Qualche dinamica particolare è stata notata, come l’aumento del numero di migranti afgani entrati illegalmente in Svizzera nell’ultimo periodo dell’anno: sono 1044 delle 2617 persone fermate, a conferma di una apparente migrazione di massa che ha determinato il progressivo aumento iniziato già da luglio. Un movimento che tuttavia, secondo gli osservatori, non sarebbe direttamente collegato alla presa del potere da parte dei talebani, in quanto la stragrande maggioranza di questi migranti era già in Europa da tempo, al massimo in Turchia, e l’aumento dei loro passaggi è iniziato diverse settimane prima che i talebani prendessero il potere in Afghanistan. Ma al di fuori di questa contingenza, le provenienze, nazionalità e storie di chi si incammina verso nord, sono sempre diverse, e coinvolgono chiunque non sia riuscito a trovare una condizione stabile, scegliendo di spostarsi altrove. Lo dimostra, per esempio, la forte e costante presenza nelle statistiche di persone di origine nordafricana, la cui migrazione illegale non è legata a crisi particolari dei Paesi di origine. Per conseguenza, sono in ripresa anche i numeri dei ...
© Riproduzione riservata