Corruzione, choc a Como: in carcere commercialisti e funzionari pubblici

Al Bassone i titolari dello studio Pennestrì, l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate e il capo area legale. Domiciliari per un imprenditore

Guardia di Finanza

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Como, 25 giugno 2019 - Corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio: sono le ipotesi di reato che hanno portato in carcere Antonio e Stefano Pennestrì, padre e figlio titolari dell’omonimo studio commercialista di Como, accusati di aver fatto da mediatori in un giro di corruzione che coinvolgerebbe diverse aziende.

Al Bassone anche l’ex direttore Provinciale della Agenzia delle Entrate di Como Roberto Leoni, attualmente direttore a Varese, e  il funzionario Stefano La Verde, attualmente capo area dell’ufficio legale dell’Agenzia delle Entrate di Pavia, ritenuti pubblici ufficiali corrotti.

I militari del Gruppo di Tutela Economico Finanziaria della Guardia di finanza di Como, coordinati dal sostituto procuratore di Como Pasquale Addesso, da mesi stanno indagando sull’ipotesi di un giro di tangenti che coinvolgerebbe un gruppo di imprenditori comaschi, soprattutto del settore tessile, con il fine di ottenere agevolazioni fiscali. Nella tarda serata di lunedì 24 giugno è stato rintracciato e arrestato anche Andrea Butti, finito agli arresti domiciliari, titolare del 33 per cento del capitale sociale di Tintoria Butti srl, per il quale si ipotizza il ruolo di corruttore. Quest’ultimo, attraverso lo studio Pennestrì, avrebbe promesso e in parte versato somme – tra cui 2000 euro il cui passaggio è stato ripeso in diretta dalla Guardia di finanza - a La Verde, capo dell’ufficio legale della Agenzia delle Entrate delegato a rappresentare la stessa Agenzia davanti alla Commissione Tributaria di Como. Durante le indagini, aperte quattro mesi fa, sono state disposte perquisizioni a una decina di imprenditori comaschi, svolte per tutta la giornata di lunedì 24 giugno.