
L'ingresso del Valduce
Como, 27 maggio 2020 - È nel cuore dei comaschi l’ospedale Valduce e l’emergenza Covid-19 lo ha confermato. Lo dimostra la gara di generosità che ha portato a raccogliere in poche settimane donazioni per un valore di oltre un milione e settecentomila euro. Fondi arrivati dalle aziende, ma anche grazie al contributo di migliaia di persone che hanno rinunciato a un paio di scarpe, un vestito nuovo o magari a cambiare il telefonino. Una gara di generosità che ha coinvolto anche l’altro ramo del Lario, grazie alle donazioni indirizzate al Presidio Riabilitativo Villa Beretta di Costa Masnaga. "Siamo stati separati dal virus, ma la generosità ci ha uniti in queste lunghe settimane di emergenza – spiegano la Madre Generale, Emanuela Bianchini e Mariella Enoc, che oltre a presiedere l’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma è anche Procuratrice speciale al Valduce –. Ringraziamo la Fondazione Provinciale della Comunità Comasca, ma anche i tanti che hanno risposto al nostro fund raising e tutte le donazioni di altre associazioni, nonché di imprese, aziende, ma anche di tante singole persone".
Tanti rivoli diversi, ma tutti indirizzati al sostegno del Valduce, in prima linea nell’emergenza Covid che l’ha costretto in poco tempo a riorganizzare gli spazi al proprio interno attrezzando interi reparti a Terapia Intensiva. "Le risorse raccolte sono state destinate immediatamente all’acquisto di mascherine, tute, guanti, visiere, calzari e tutti i dispositivi di protezione individuali indispensabili per il lavoro quotidiano di medici, infermieri e operatori sanitari. Poi grazie alle donazioni abbiamo acquistato farmaci, ventilatori, broncoscopi, elettrocardiografi, ecografi, defibrillatori, ossigeno e gas medicali. Sono stati fatti investimenti in attrezzature che si sono rivelate utilissime per il periodo emergenziale come i monitor multi-parametrici e i nuovi letti per la Terapia Intensiva. Strumenti che sono entrati a far parte della dotazione dell’ospedale e saranno impiegati nei prossimi anni per continuare a offrire ai nostri concittadini dei livelli di cura qualitativamente elevati. Una parte di queste risorse, infine, saranno utilizzate anche per un riconoscimento economico straordinario al proprio personale, per l’impegno e la dedizione profusi durante le fasi più critiche dell’emergenza".
In tutti questi mesi al fianco dei camici bianchi sono state in prima linea anche le Suore Infermiere dell’Addolorata, alle quali si deve la presenza dell’ospedale in città. Proprio a loro è toccato pagare il prezzo più alto al coronavirus, che in queste settimane si è portato via suor Matilde Marangoni, suor Egidia Gusmeroli, suor Antonietta Sironi e suor Crocifissa Bordin e anche la madre superiora, suor Alessandra Tribbiani. Ognuna di loro si è infettata in corsia, nell’impegno quotidiano accanto ai malati. Un esempio straordinario di generosità e dedizione, il loro, che i comaschi non potranno mai dimenticare.