
Al Vinitaly
Como, 12 aprile 2016 - Anche i produttori delle province di Como e Lecco tra i protagonisti a Vinitaly, testimoni di un territorio che cresce e sa conquistare spazi di valore nel contesto vitivinicolo lombardo: i vini delle terre lariane sono di tradizione, ma anche ‘eroici’, ‘storici’ (nel Lecchese, in particolare, sono stati recuperati antichi vitigni autoctoni) e guardano con sempre maggior interesse al settore biologico. Inoltre, puntano a consolidare e accrescere il mercato interno, ma strizzano l’occhio all’Europa e al mondo: pur con quantitativi ancora limitati, negli ultimi anni a New York come in Giappone, Belgio e Germania si è iniziato a brindare con l’Igt Terre Lariane. «I numeri evidenziano una nicchia importante per le nostre due province» evidenziano Fortunato Trezzi, presidente dell’organizzazione agricola lariana, unitamente al direttore Raffaello Betti.
«A Como e Lecco si fa viticoltura nell’area brianzola di Montevecchia, così come nelle zone più settentrionali: l’ettarato a vite è maggiormente presente in provincia di Lecco, con 65 ettari, mentre quella di Como ne conta 23: rispettivamente, si producono 2.549 e 785 quintali di uva». La ‘viticoltura eroica’, in provincia di Lecco, è anche una scelta declinata al femminile: Claudia Crippa gestisce un’azienda a La Valletta Brianza in provincia di Lecco. «Abbiamo scelto di unire l’attività di coltivazione e vinificazione a quella agrituristica - spiega - perché crediamo nella forza dei prodotti e del territorio».
Claudia Crippa è anche presidente del Consorzio Igt Terre Lariane, che raggruppa 18 aziende «ma con buone prospettive di sviluppo e crescita» tiene a sottolineare. «Imprese che sanno cogliere il legame fra tradizione e futuro, che producono le loro uve all’insegna di metodo biologico o di lotta integrata fra il Ceresio, la zona di Domaso e le alture di Montevecchia». Tra le novità ‘lariane’ protagoniste a Vinitaly (quest’anno, peraltro, la manifestazione veronese compie 50 anni) c’è la rinascita di un vitigno storico, il Verdese, che era quasi scomparso: «Quest’anno pianteremo 2000 barbatelle di vite, dall’Alto Lago alla Brianza: ci vorranno quattro anni per poter fare i primi brindisi, ci sono forte entusiasmo e ottime aspettative».