Coltellate a San Siro Il litigio tra pusher e il fendente al torace Caccia all’aggressore

Ferito un ventiseienne egiziano. Braccato un connazionale

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MILANO

di Nicola Palma

Un litigio tra pusher nordafricani che frequentano abitualmente la zona di piazza Monte Falterona. Poi il fendente sferrato al torace. Per uccidere. Un ragazzo a terra e un altro in fuga, ora braccato dalla polizia. L’accoltellamento è andato in scena qualche minuto dopo le 16 di ieri all’angolo tra piazzale Selinunte e via Gigante, anche se il ferito è riuscito a trascinarsi per alcune centinaia di metri fino in via Abbiati, prima di crollare a terra: lì l’hanno soccorso i sanitari di Areu, che l’hanno trasportato in condizioni molto gravi al Niguarda per uno squarcio all’altezza del polmone sinistro; con il passare dei minuti, le condizioni del ventiseienne egiziano, identificato nonostante fosse sprovvisto di documenti, sono per fortuna migliorate, tanto che un paio d’ore dopo è stato escluso il pericolo di vita. Stando a quanto risulta, gli specialisti della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Domenico Balsamo, sarebbero già sulle tracce del presunto aggressore, un connazionale della vittima, irregolare e senza fissa dimora; il fatto che gli investigatori sappiano chi cercare lascia pensare che la caccia all’uomo non avrà tempi lunghi. Del resto, l’aggressione è avvenuta in pieno pomeriggio davanti a diversi testimoni, in una piazza piena di bar ed esercizi commerciali e con un parchetto con area giochi frequentato dalle famiglie proprio al centro.

Il movente del raid andrebbe ricercato in una violenta discussione poi degenerata in un tentativo di rapina e nella successiva aggressione a mano armata; il contesto in cui entrambi si muovono, tra smercio di stupefacenti in zona San Siro e condizioni di emarginazione sociale, fa ipotizzare uno scontro per futivi motivi o un contrasto per questioni legate allo spaccio al dettaglio nel dedalo di strade che ruotano attorno ai fatiscenti casermoni di edilizia popolare. Non è la prima volta che un quartiere così problematico, assediato dal degrado e dalle occupazioni abusive negli stabili Aler, vive scene del genere. Non più tardi di giovedì, una coppia di coniugi è stata accerchiata e rapinata davanti al palazzo di via Zamagna 4: la prima a finire nel mirino è stata la donna, depredata della catenina che aveva al collo; a quel punto, il marito, un egiziano di 23 anni, aveva provato a difenderla ed era stato a sua volta derubato di 100 euro e di un i-Phone e ferito con un oggetto appuntito a una spalla e a un sopracciglio.

Lo scorso luglio, una banale lite per una partitella di basket era sfociata in aggressione a coltellate: in quell’occasione, erano stati feriti tre egiziani di 29, 31 e 37 anni. Due mesi prima, ancora in via Zamagna, era toccato a un diciannovenne egiziano, che, a valle di una discussione innescata dall’uso di un monopattino elettrico nel cortile del civico 4, era stato colpito alla schiena con un punteruolo.