Val Cavargna, operaio fantasma muore in un cantiere: verità più vicina

Si allarga l’inchiesta per capire per chi Zyber, 48enne residente a Edolo, nel Bresciano, stesse lavorando. Committente del cantiere un'azienda valtellinese

Zyber Curri, kosovaro, viveva a Edolo

Zyber Curri, kosovaro, viveva a Edolo

Como, 9 giugno 2019 - "Vogliamo  la verità, vogliamo sapere di chi è la responsabilità per la morte del nostro adorato Zyber". Perdere un padre, un marito, per un assurdo incidente sul lavoro, è già di per sé un evento tragico, di cui è difficile farsi una ragione; se poi, a sei mesi dal dramma, ancora non si riesce a capire cosa sia accaduto con certezza e di chi possano essere le responsabilità per la morte di un uomo, il dolore e la rabbia si acuiscono. È questo il caso dell’infortunio costato la vita a Zyber Curri, operaio edile kosovaro di 48 anni, residente a Edolo (Brescia) che sei mesi fa, il 12 dicembre del 2018, ha lasciato una moglie e quattro figli. Il dramma si è consumato nel cantiere di una centrale idroelettrica in Val Cavargna.

L’operaio  stava posando tubature in località Mondrago, quando, probabilmente a causa del ghiaccio, è scivolato per diversi metri lungo un dirupo, battendo più volte la testa contro le pietre. Fin qui, purtroppo, una storia come ce ne sono tante, troppe. Ma il caso non finisce qui, perché a distanza di sei mesi ancora non si è riusciti ad accertare per chi lavorasse Zyber in quel cantiere. La vicenda, infatti, è alquanto complessa. L’operaio 48enne in passato aveva lavorato come dipendente dell’impresa individuale di un amico e connazionale, la Edil Albini. Quando quest’ultimo aveva cessato l’attività, Zyber era stato formalmente assunto da un’azienda con sede a Gallarate, in provincia di Varese, la Hera Srl.

Zyber e l’amico lavoravano insieme nel cantiere in Val Cavargna. I lavori vedono come committente la Spa “Energia e Ambiente”, con sede a Sondrio, che aveva a sua volta subappaltato l’intervento ad altre ditte, tutte valtellinesi, tra cui figurano la Costruzioni Andreoli e la Edilnova Srl. Anche la società che coordina la sicurezza, la Graneroli e Salvetti Engineering, è di Sondrio. Non figura, però, tra le ditte impegnate nel cantiere, proprio la Hera Srl, di cui il 48enne risultava dipendente, e tutte le aziende valtellinesi, alle richieste degli avvocati del sindacato Fillea Cgil Lombardia, che sta appoggiando in tutto e per tutto i familiari della vittima, hanno risposto più o meno allo stesso modo: "Nel cantiere tutto si svolge secondo le regole, Zyber Curri non lavorava per noi, era sconosciuto al cantiere". Insomma, un fantasma, che però si trovava nel cantiere ed è morto lavorando. Ma per chi? È quello che stanno cercando di scoprire gli inquirenti.

E pare che qualcosa si stia muovendo. Sì, perchè se per 6 mesi l’unico nome iscritto nel registro degli indagati del fascicolo aperto dalla Procura di Como era quello dell’amico kosovaro della vittima, il primo a soccorrerlo dopo l’infortunio, ora le indagini si stanno allargando, nel mirino anche i rappresentanti delle ditte a vario titolo coinvolte nel cantiere. Compreso il titolare della Edilnova che, stando al racconto dei familiari, aveva fornito un’auto al 48enne per recarsi in cantiere e lì dava le disposizioni all’operaio. Lui, almeno, dovrebbe conoscere Zyber ed essere utile a fare luce in questa triste vicenda.