PAOLA PIOPPI
Cronaca

Canzo, travolto e ucciso da un ponteggio sul lavoro: due condanne

Fabbro di 69 anni era stato ucciso da un ponteggio in un’azienda davanti agli occhi del figlio

Giovanni Paredi era morto il 19 settembre 2016 in un’azienda di Canzo

Canzo (Como), 29 ottobre 2020 -  Giovanni Paredi , fabbro di 69 anni di Canzo, era morto il 19 settembre 2016, mentre lavorava su un’impalcatura della Nuova Mgv marmi e graniti Valbrona di Canzo, in via Vittorio Veneto, che si era sganciata ed era caduta. Un tragico infortunio sul lavoro, per il quale sono stati condannati Luca Segato, 53 anni di Canzo, in qualità di committente in quanto presidente del consiglio di amministrazione della Mgv marmi Valbrona di Canzo, al cui interno è avvenuto l’infortunio, e Francesco Nava, 49 anni di Castelmarte, amministratore con delega in materia di sicurezza della Edilnava di Castelmarte, la società incaricata del montaggio dei ponteggi. Per il primo il giudice monocratico di Como Valeria Costi ha stabilito una condanna a 6 mesi di reclusione, per il secondo a 8 mesi, in entrambi i casi con pena sospesa.

Il giudice ha inoltre disposto una provvisionale a favore delle parti civili, che al momento non hanno ancora ricevuto alcun risarcimento assicurativo. Il pubblico ministero d’udienza, Paolo Moscatelli, aveva chiesto una condanna da 10 mesi di carcere per entrambi, finiti a processo in quanto ritenuti le figure di riferimento dal punto di vista della sicurezza sul luogo di lavoro, mentre le difese avevano affrontato il processo dibattimentale nel tentativo di ottenere l’assoluzione dall’accusa di omicidio colposo, mettendo in discussione quella effettiva responsabilità.

Quel giorno Paredi era precipitato dall’impalcatura che si era disancorata dalla parete, e che lo aveva travolto. La tragedia era avvenuta davanti agli occhi del figlio Marco, che stava lavorando con lui sul tetto del silos, e aveva assistito alla morte del padre. Era sul tetto della struttura, aveva sentito un rumore, visto il ponteggio disarcionarsi e cadere: "Ho gridato a papà di scappare – aveva detto a processo - Lui si era voltato un attimo, poi tutto gli è caduto addosso". A sua volta Segato, che aveva chiesto di svuotare il silos dal residuo della lavorazioni, si era assicurato che fosse stato montato correttamente: "Il giorno prima avevo chiamato Paredi per mostrarglielo – ha detto al giudice - e mi aveva detto che andava bene, aveva cinque punti di ancoraggio". Ma quell’impalcatura si era invece sganciata, causando la morte istantanea del fabbro.