
L'inaugurazione al Sant'Antonio Abate
Cantù (Como), 22 marzo 2016 - Il più famoso probabilmente è stato Stefano Borgonovo, campione di Como, Milan e Fiorentina, che ha costretto il mondo del calcio a confrontarsi con la crudeltà della Sla, uno degli ultimi è stato Christian, vinto dalla disperazione di vivere in un corpo che non gli apparteneva più. «Borgonovo non era solo un paziente, ma un grande amico – ricorda il dottor Antonio Paddeu, primario del reparto di Riabilitazione Specialistica Cardiorespiratoria «Paola Giancola», trasferito dal Felice Villa di Mariano Comense all’ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù – ricordo che lo chiamavo affettuosamente lo psicologo, perché era talmente intelligente che gli bastava una chiacchierata di pochi minuti per tracciare il tuo profilo.
Anche Christian era un ragazzo eccezionale e non potrò mai dimenticare la sua grande sofferenza, l’estate scorsa mi ha scritto un bigliettino in cui mi chiedeva di aiutarlo a morire, ma io non potevo esaudire questo suo ultimo desiderio. Alla fine i familiari lo hanno portato in Svizzera in una clinica che si occupa di questo tipo di trattamenti, ma se n’è dovuto andare anche da lì perché le sue condizioni non gli consentivano di muovere le mani e alzare il bicchiere in cui è contenuto il mix di farmaci che danno l’eutanasia. Ricordo che aveva concluso sconsolato che ai malati di Sla è negato anche questo diritto». Una malattia che non perdona la Sclerosi laterale amiotrofica, ma con la quale si può cercare di convivere.
«Come Carlo che a cinquant’anni si è convinto a farsi fare la tracheotomia per riuscire ad andare avanti, quando ormai era costretto a letto – ricorda Paddeu – ed è vissuto altri vent’anni. La malattia gli ha impedito tante cose ma lottando ogni giorno è riuscito a vedere i suoi figli diventare grandi e laurearsi: la sua felicità più grande». Storie fatte di lacrime, ma anche di sorrisi, difficili da confinare in una corsia di ospedale, anche se dotata di 16 posti letto, moderni ambulatori e una palestra. «Lo spostamento del reparto di Riabilitazione Cardiorespiratoria – spiega il direttore generale dell’Asst Lariana Marco Onofri – rappresenta uno dei tasselli principali della riorganizzazione dell’ospedale di Cantù, perseguita con grande impegno negli ultimi anni. Gli spazi più ampi, la presenza nel presidio del supporto di specialità quali la Rianimazione, la Radiologia, la Cardiologia e la Medicina rendono la nuova collocazione più adatta per il ricovero di pazienti post-acuti con patologie complesse, nonché per i pazienti con problematica respiratorie e quelli affetti da Sla, la sclerosi laterale amiotrofica per cui la riabilitazione è un centro di riferimento. Il reparto diretto e creato dal dottor Paddeu è nato nel 2004 a Mariano, ed effettua circa 350 ricoveri all’anno. Circa 20mila sono invece le prestazioni ambulatoriali, comprese quelle della Medicina Toracica collocata in via Napoleona, servizio che afferisce al reparto canturino.