Anche la Svizzera fa i conti con la crisi degli allevamenti: ora il burro va importato

Fine di un miti oltre confine: un tempo il prodotto caserario era esportato, ora Zurigo è coastretta a rivolgersi all'Italia

Produzione del latte in crisi in Svizzera

Produzione del latte in crisi in Svizzera

Como - Tra le ragioni, non tutte memorabili, per cui questa estate è destinata a ritagliarsi un posto nei nostri ricordi, c’è la crisi del burro svizzero che ha costretto la Confederazione Elvetica ad aprire alle importazioni dall’estero. La notizia in apparenza fa sorridere, ma chi vive lungo la fascia di confine a Como e anche nelle province di Varese e di Sondrio sa bene che si tratta di una faccenda assolutamente seria.

Da tempo immemore infatti il burro rientrava nel paniere dei prodotti made in Svizzera che avevano un ampio mercato in Italia. Se per sigarette e benzina ad attirare era il prezzo, per il burro insieme alla cioccolata a fare la differenza era la qualità del prodotto. Basti dire che per oltre un secolo tante anziane del lago di Como hanno arrotondato la loro pensione facendo di qua e di là dal confine per acquistare il burro dalle fattorie e gli alpeggi svizzeri e rivenderlo, con una giusta maggiorazione, in Italia. Adesso siamo arrivati al contrario, dall’Italia come dalla Francia e dalla Germania il burro viaggerà alla volta di Berna e Zurigo per finire sugli scaffali dei supermercati.

È la quarta volta che accade dall’inizio dell’anno. Colpa o merito, a seconda dei punti di vista, della decisione dell’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG), costretto ad aumentare il limite di importazione di burro estero perché il fabbisogno è nettamente superiore alla produzione interna.

Solo nel 2022 è la quarta volta che succede e l’Interprofessione Latte (IP Latte) ha chiesto a Berna di importarne altre 1.000 tonnellate che si aggiungono alle oltre 4mila acquistate oltreconfine dall’inizio dell’anno.

Secondo le stime dell’associazione che raccoglie i produttori lattiero caserari da un lato il "volume totale di produzione di latte è inferiore alle aspettative" e dall’altro gran parte della produzione viene destinata alla produzione di formaggio, in particolare l’Emmental che orma è una specie di ambasciatore della nazione rossocrociata, ben più remunerativa di quella del burro.

"È difficile stimare come evolverà la situazione del mercato lattiero nei prossimi mesi", conclude la sua analisi Ip Latte. Così la quota di importazioni di burro straniero che finirà sulle tavole degli svizzeri salirà al 13% delle 40mila consumate ogni anno.

Per ironia della sorte il provvedimento arriva a poco più di due settimane dal voto con cui il Consiglio degli Stati della Federazione Elvetica respinse la mozione dell’Udc, che richiedeva di vietare ai caseifici l’utilizzo di latte proveniente dall’estero. Dopo i frontalieri la destra svizzera aveva messo nel mirino anche pane, burro e marmellata.