
La società di recupero rifiuti e di trattamento solventi
Bulgarograsso (Como), 19 novembre 2020 - Il 7 febbraio 2018 , poco prima delle 14, una reazione chimica causata dall’incompatibilità tra due sostanze, aveva provocato un’esplosione dilaniante all’interno di un laboratorio della Ecosfera, società di recupero rifiuti e di trattamento solventi con sede in via Ferloni a Bulgarograsso. Il boato aveva generato un contraccolpo che si era propagato a chilometri di distanza. Ieri, davanti al Gup di Como Francesco Angiolini, hanno patteggiato le tre figure di riferimento della sicurezza degli impianti aziendali, accusati di incendio colposo e lesioni colpose: l’amministratore unico Linda Barri, 45 anni, ha definito un anno e sei mesi di condanna, il direttore tecnico Claudio Sanella, 61 anni, e il responsabile tecnico del laboratorio, Barbara Pisati, 52 anni, un anno di condanna, tutti assistiti dall’avvocato comasco Davide Giudici.
Le accuse coinvolgevano anche la stessa Ecosfera, in virtù della legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle imprese, andata incontro a una sanzione di 20mila euro. Il pubblico ministero Simone Pizzotti, al termine delle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Como e da Ats Insubria, aveva contestato a vario titolo, e in relazione ai rispettivi ruoli, colpe professionali derivanti da violazioni alle norme per la prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro, tra cui una valutazione inadeguata dei pericoli di "reazione fuggitiva" legati al processo di distillazione del rifiuto "Lotto 53269", contenente nitrocellulosa, e i rischi termochimici che ne sarebbero potuti scaturire. Nell’esplosione erano rimasti feriti anche nove lavoratori, andati incontro a prognosi variabili tra i 10 giorni di chi aveva inalato fumi e i 90 di chi aveva riportato ustioni.