Como: fatture false ed evasione fiscale. Arrestato il commercialista Gianpaolo Palmiero

Il professionista è residente ad Alserio e ha studio a Como. Contestata anche la vendita fittizia di quote in partecipazioni societarie alla moglie, Romina Anzani

Il magistrato Massimo Astori che ha coordinato le indagini

Il magistrato Massimo Astori che ha coordinato le indagini

Como - Dichiarazione fraudolenta mediante artifici, emissione di fatture per operazioni inesistenti, sottrazione fraudolenta al pagamento dell’imposte: sono le accuse rivolte a Gianpaolo Palmiero, commercialista di 51 anni residente ad Alserio e con studio a Como, finito in carcere ieri mattina in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare chiesta dal sostituto procuratore Massimo Astori, che ha coordinato le indagini della Guardia di finanza di Olgiate Comasco.

Contestualmente è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per 3 milioni di euro, relativamente alle società di cui era amministratore. Si tratta della Sed, Studio elaborazione dati, società cooperativa a responsabilità limitata, della Sed Società Cooperativa Onlus, della Mavi&Co srl e della Mavi&Co società agricola a responsabilità limitata. Nel suo ruolo, tra 2015 e 2019, avrebbe emesso 13 fatture a fronte di operazioni inesistenti per un milione e 360mila euro. Inoltre, a fronte di un debito erariale personale di 600mila euro, derivante da evasione Irpef, avrebbe venduto fittiziamente alla moglie – Romina Anzani, 49 anni - la totalità delle quote di partecipazione societarie, a loro volta falsamente trasferite a una società di diritto marocchino.

Nello svolgere servizi di consulenza fiscale ed elaborazione paghe, avrebbe falsificato fatture e contratti, modificandoli in servizi di intermediazione finanziaria. Palmiero avrebbe inoltre sottratto somme al patrimonio delle società sottoscrivendo polizze assicurative a beneficio di se stesso e dei familiari per un milione di euro. Al professionista viene anche contestata la falsificazione di fatture e contratti di una società, con il fine di evadere l’Iva. Da quanto emerso dalle indagini, scaturite da una verifica dell’Agenzia delle Entrate, si ritiene che la società cooperativa fosse irregolare per assenza della finalità mutualistica dal 2013 al 2017, e dei requisiti legali richiesti per le Onlus già dal 2017, con il conseguente sfruttamento illegittimo delle agevolazioni.

Viene inoltre contestata la falsificazione di fatture e contratti di una cooperativa, modificandone l’oggetto in servizi di intermediazione finanziaria, così applicando all’importo fatturato una indebita esenzione ai fini Iva.