Per approfondire:
di Roberto Canali Riapre a mezzogiorno, dopo 42 mesi di stop, il Casinò Campione d’Italia che dopo il fallimento prima dichiarato e poi ribaltato grazie al ricorso in Cassazione, se l’è dovuta vedere anche con la pandemia, che ha fatto slittare la riapertura, prevista a Capodanno, di tre settimane. Finalmente le porte dell’immenso palazzo costruito da Mario Botta sulle rive del Ceresio torneranno a spalancarsi per i giocatori che, si spera, faranno ritorno nell’exclave dopo aver trascorso gli ultimi anni nelle altre case da gioco italiane e soprattutto in quelle del Canton Ticino, in particolare Lugano e Mendrisio che senza la concorrenza di Campione hanno visto i loro affari andare a gonfie vele negli ultimi tre anni. "Da quando lo scorso giugno il Tribunale di Como ha dato il via libera alla riapertura l’amministratore unico Marco Ambrosini ha costruito e condotto, giorno dopo giorno, un complesso e articolato percorso per mettere in fila tutti i tasselli necessari a raggiungere questo importante risultato, come si ricorda in una nota - spiega in una nota diffusa ieri la casa da gioco - Durante le attività di questi mesi finalizzate alla riapertura, la società è stata assistita da un team multidisciplinare di professionisti. La riapertura del Casinò, si evidenzia ancora, è un traguardo collettivo, a cui i sindacati, con i quali in questi mesi è stato scritto il nuovo contratto di lavoro, hanno svolto la loro parte". Un passaggio fondamentale quest’ultimo, visto che per ripartire i dipendenti hanno accettato uno stipendio base parametrato ai contratti applicati nei casinò del Canton Ticino di 3.600 franchi lordi, pari 3.400 euro, con la possibilità di un incremento del 10% in base alle diverse mansioni. Il loro sacrificio ha permesso di ridurre il costo del personale che è sceso sotto i 9 milioni di euro al mese, ...
© Riproduzione riservata