FEDERICA PACELLA
Economia

Vendemmia senza manodopera: la raccolta la fanno le macchine

Alla Tenuta Roveglia tecnologia al posto degli operatori per vendemmiare il Lugana: “Non troviamo abbastanza addetti”

La macchina operatrice in azione alla Tenuta Roveglia di Pozzolengo dove si raccoglie il Lugana

La macchina operatrice in azione alla Tenuta Roveglia di Pozzolengo dove si raccoglie il Lugana

Pozzolengo (Brescia), 9 settembre 2025 – Amarcord di giovani studenti e pensionati che, per arrotondare, passavano il mese di settembre nelle vigne, per la vendemmia. Un mondo già da tempo sostituito da personale assunto dalle aziende agricole o da quello fornito dalle cooperative, perché la qualità del vino passa anche da un lavoro di raccolta delle uve fatto di fino.

In tempi, però, in cui il personale scarseggia, soprattutto quello qualificato, c’è anche chi sceglie di portare in campo i macchinari. Così è accaduto in Tenuta Roveglia, azienda vitivinicola di Pozzolengo, scelta da Confagricoltura Brescia (di cui l’azienda è socia storica) come esempio di innovazione, per fare il punto sulla vendemmia 2025, appena iniziata nella terra del Lugana. “La raccolta a mano ha, chiaramente, tanti aspetti positivi – spiega il direttore di Tenuta Roveglia, Paolo Fabiani, al fianco della titolare Babettli Azzone Zweifel –. Per ovviare ai problemi di carenza del personale abbiamo sperimentato anche la raccolta meccanizzata”.

Per puntare a un buon lavoro, la macchina vendemmiatrice avanza a circa 1,5/2 km all’ora, raccogliendo tra i 25 e i 28 quintali di uva alla volta. Quanto collettato viene poi svuotato in piccoli carri d’acciaio, che in poco tempo trasportano il prodotto in azienda per versarlo nella pressa. Tra la raccolta e la pressatura passa non più di un’ora: il segreto per avere un ottimo prodotto sta proprio nella velocità dell’operazione.

Il confronto economico con la raccolta a mano è tutto a favor di macchina: un quintale di Lugana raccolto a mano (più trasporto in cantina) costa sui 25 euro al quintale, con la macchina si scende a 3,4 euro a quintale, abbastanza per ammortizzare rapidamente l’investimento (150-200mila euro la macchina, 10mila euro per l’adeguamento di un ettaro di vigneto per favorire la raccolta meccanizzata). “Da noi coesistono le due raccolte – spiega ancora Fabiani – perché per le viti sopra i 30 anni abbiamo il nostro personale, 15 assunti per tutto l’anno, che raccolgono a mano”.

Inutile nascondersi che, per molti, il futuro sarà questa formula ibrida, con le macchine in campo anche per una delle attività nate con l’umanità. Se la macchina facilita la raccolta, la qualità dipenderà invece dal meteo, che, per quest’anno, sembra aver baciato la terra bresciana, dove si prospetta una buona annata un po’ in tutti i territori dalla Franciacorta alla Valtenesi, da Botticino a Capriano del Colle a Cellatica. Pesa ovunque il calo dei consumi in Italia, ma anche l’incertezza provocata dai dazi americani. “Brescia è un’isola felice, in un contesto che in alcune zone ha risvolti drammatici – commenta il presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli –. I nostri agricoltori dimostrano di sapersi adattare ai cambiamenti, del clima e della società, investendo anche in innovazione”.