Brescia, l’occupazione ha cancellato la crisi. Crolla il dato dei giovani senza lavoro

Occupazione sopra i livelli pre-crisi nella provincia. La buona notizia arriva dall’Ufficio Studi e ricerche di Aib, che ha rielaborato i dati Inps

Presidente di Confindustria Boccia con il numero uno di Aib, Pasini

Presidente di Confindustria Boccia con il numero uno di Aib, Pasini

Brescia, 15 marzo 2019 - Occupazione sopra i livelli pre-crisi nella provincia di Brescia. La buona notizia arriva dall’Ufficio Studi e ricerche di Aib, che ha rielaborato i dati Inps, rilevando che con 555mila occupati nel 2018 si è superato il livello di 530mila del 2008. Diminuisce anche il tasso di disoccupazione, che si attesta al 5,2%, sopra il livello pre-crisi (3,2% nel biennio 2007-2008) ma sotto la media lombarda (6%) e nazionale (10,6%). Crolla, invece, il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) che si attesta al 16,3%, in forte diminuzione rispetto al picco del 2015 (35,9%) e ben al di sotto di quanto riscontrato in Lombardia (20,8%) e in Italia (32,2%).

«I buoni risultati sul fronte occupazionale a Brescia non sono un caso, ma rappresentano il risultato di un processo che dura da diversi anni – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di Aib – dopo la crisi, la nostra provincia è stata in grado di riorganizzarsi, modernizzando i processi e valorizzando le figure professionali. Siamo uno dei territori in Europa a più alto tasso di industrializzazione, e il nostro mercato del lavoro esprime indici in linea con i Paesi più avanzati a livello continentale». Tra gli occupati, crescono soprattutto i lavoratori uomini, +3%, mentre diminuiscono le lavoratrici (-1,4%). Per quanto riguarda la tipologia di contratto, crescono i dipendenti (+2,8%), a fronte di un calo degli indipendenti (-4,7%).

Nel complesso, il tasso di occupazione (15-64 anni) è cresciuto al 67%, rispetto al 66,1% del 2017, in linea con la media lombarda (67,7%) e al di sopra di quella nazionale (58,5%). Viceversa, i disoccupati sono scesi a 30 mila, 6 mila in meno rispetto al 2017. Un quadro positivo, dunque, su cui pesa però l’aumento del numero degli inattivi: passano da da 486 mila a 488 mila coloro che non lavorano né cercano lavoro, anche perché sfiduciati e/o scoraggiati. In particolare,questa categoria risulta alimentata dalla componente femminile, dato che nel 2018 ha assorbito sia una quota di donne precedentemente occupate, sia una quota di quelle in precedenza in cerca di occupazione. Da segnalare, infine, il forte ridimensionamento delle ore di Cassa Integrazione Guadagni, inferiori a quelle ante-crisi: da 7 milioni del 2008 siamo passati a 4,3 milioni del 2018.