Crisi Invatec, lavoratori incontrano il ministro Di Maio: "Mai più un caso come il vostro"

L'azienda ha annunciato ai lavoratori che gli stabilimenti di Torbole e Roncadelle, chiuderanno entro il 2020 e che tra sei mesi partiranno i primi licenziamenti

Di Maio alla Invatec

Di Maio alla Invatec

Brescia, 30 giugno 2018 - Una legge contro le delocalizzazioni in discussione da lunedì. Ecco quanto annunciato dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ai lavoratori della Invatec Medtronic di Torbole, in provincia di Brescia, in sciopero da giorni contro la decisione dell'azienda che produce apparecchiature medicali di chiudere i due stabilimenti bresciani e spostare la produzione all'estero, licenziando 314 persone.

"Lunedì variamo un decreto che impegna tutte le aziende a restare sul territorio nazionale se hanno preso soldi dallo Stato, speriamo di poter fermare questa assurdità per cui le aziende stanno bene, il loro business continua, ma i nostri concittadini perdono il lavoro" ha detto Di Maio spiegando le ragioni della sua visita. Il decreto dignità, aveva spiegato nel post Facebook che annunciava la visita, "serve proprio a evitare che si ripetano queste situazioni in futuro". "Questa storia deve finire, sono venuto a parlare ma soprattutto a salutare queste persone che lavorano in questa azienda, per la maggioranza donne, ci si riempie la bocca con il lavoro per le donne e poi le aziende che stanno bene vengono qui, prendono soldi, usano cassa per ristrutturarsi e poi se ne vanno, è un'assurdità" ha aggiunto Di Maio, che ha annunciato la costituzione di un Tavolo il 12 luglio al ministero dello Sviluppo economico proprio per affrontare la questione in cui sarà "insieme ai lavoratori".

"Purtroppo per quello che c'è in essere non so se riusciremo a intervenire con una norma, ma è sicuro che facciamo una legge per cui tutto questo non possa avvenire mai più - ha detto Di Maio in mezzo ai lavoratori - d'ora in poi le aziende che prendono fondi dallo Stato e se ne vanno devono restituire tutto con gli interessi, è il primo principio da sancire con una legge da lunedì". "Io sono il vostro angelo custode, non solo sarò al tavolo il 12 come governo dalla vostra parte, ma tutte quelle che saranno le interlocuzioni delle istituzioni con la proprietà le proverò tutte, perchè non siete solo una realtà produttiva con livelli occupazionali importanti ma un simbolo del rispetto per lo Stato. In passato governo e Stato non si sono fatti rispettare, li ha abituati malissimo" ha concluso il ministro.

L'azienda il 7 giugno ha annunciato da un giorno all'altro ai lavoratori che i due stabilimenti del Bresciano, a Torbole e Roncadelle, chiuderanno entro il 2020 e tra sei mesi partiranno i primi licenziamenti: la produzione sarà delocalizzata in Irlanda, Minnesota e Messico. "È un'azienda sana che produce profitti, l'anno scorso aveva un utile netto di 1,2 milioni di euro - denunciano i lavoratori in presidio - non c'è motivo che ci tolgano il lavoro. Chiediamo il ritiro immediato dei licenziamenti e un tavolo al ministero. Non possono e non devono andarsene".