Omicidio Ziliani, l'autopsia svela: "E' stata soffocata e seppellita"

Depositata al pm la relazione. Per la morte dell'ex vigilessa sono in carcere due figlie e il fidanzato della maggiore

Un’immagine sorridente di Laura Ziliani

Un’immagine sorridente di Laura Ziliani

Brescia - Soffocata e seppellita. Sarebbe stata questa la fine di Laura Ziliani, l'ex vigilessa di Temù ritrovata cadavere l'8 agosto scorso, lungo le rive del fiume Oglio, tre mesi dopo la scomparsa. Dunque non si è tolta la vita e non è morta per cause naturali: ne è convinto il professor Andrea Verzeletti, direttore della Medicina legale degli Spedali civili di Brescia che ha depositato al pubblico ministero Caty Bressanelli la relazione definitiva dell'autopsia. La rivelazione è del Giornale di Brescia che riferisce oggi in merito alla relazione medica portata all'attenzione del pm.

Dal 24 settembre scorso sono in carcere, con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere, due figlie della vittima, Paola e Silvia Zani, e Mirto Milani, il fidanzato della maggiore. Il loro arresto è stata una svolta nel giallo che ha lasciato con fiato sospeso il pasino dell'Alta Vallecamonica.

Erano state proprio le due figlie a dare l'allarme, la mattina dell'8 maggio, verso le 12, contattando il 112 e segnalando il mancato rientro della loro mamma, uscita di casa intorno alle 7 per andare a fare una passeggiata nella frazione di Villa Dalegno. Poco dopo la segnalazione della scomparsa, un vasto dispositivo di soccorritori composto da personale dei carabinieri, del soccorso alpino e dei vigili del fuoco, oltre che numerosi volontari, aveva battuto il luogo della presunta scomparsa, senza rinvenire il corpo dell'impiegata. Fin dai primi giorni, i carabinieri hanno maturato perplessità sulla tenuta logica della ricostruzione dei fatti offerta dagli arrestati. Le risultanze investigative avevano evidenziato numerose anomalie nel racconto fornito dai tre arrestati, inducendo i carabinieri e la Procura a ritenere poco credibile la versione dell'infortunio o del malore in montagna. Per queste ragioni, a fine giugno le due figlie e il fidanzato della più grande, sulla base delle preliminari risultanze investigative, erano stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla relazione di parentela con la vittima e occultamento di cadavere.