Migliaia di zaini, astucci, penne, matite, pennarelli e altri articoli di cancelleria di provenienza incerta e realizzati con materiale non identificabile, quindi potenzialmente tossici. È quanto hanno scoperto in queste settimane i finanzieri di Brescia in otto bazar cinesi, dove è stato eseguito un maxi sequestro di materiale scolastico. Nel mese di settembre la Finanza, in vista del ritorno a scuola di bambini e ragazzi, ha intensificato i controlli nei negozi che vendono appunto cancelleria scolastica. Nel mirino sono finiti appunto otto attività commerciali gestite da imprenditori cinesi che vendevano una grande quantità di prodotti non rispondenti ai requisiti di sicurezza previsti dal Codice del consumo. La legge infatti obbliga all’etichettatura, così da consentire al consumatore finale di verificare la provenienza dell’articolo, alla denominazione merceologica, alla trasparenza in merito all’impiego di materiali che possano risultare nocivi a persone e ambiente, e alle modalità di utilizzo. Nulla di tutto questo era invece presente nel caso dei prodotti sottoposti poi a sequestro amministrativo, non conformi ai requisiti di tracciabilità. Ai titolari delle attività sono state contestate sanzioni tra 12mila euro e 240mila euro. Non solo. Nel corso delle ispezioni sono stati ache scoperti tre lavoratori in nero e un dipendente senza documenti, con permesso di soggiorno revocato. Accertate infine violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro, quali l’assenza di estintori nei negozi e carenze igienico sanitarie (aspetto, quest’ultimo del quale si sono occupati i tecnici di Ats, impegnati nei sopralluoghi insieme agli uomini della Finanza). "Il commercio di prodotti non genuini e insicuri oltre a costituire un richio per gli acquirenti danneggia il mercato e sottrae opportunità e lavoro alle imprese che rispettano le regole" denunciano le Fiamme Gialle.
Beatrice Raspa