Visita scolastica alla base di Ghedi, 200 docenti contrari: “Basta visite a luoghi e mostre militari”

Brescia, nella lettera “Il fascino indiscreto della guerra” i prof esprimono disappunto. La replica del comandante Vitaliti: “Riceviamo tante richieste, fondamentale inquadrare correttamente l’evento”

Base militare Ghedi

Base militare Ghedi

Ghedi, 3 aprile 2024 – Circa duecento insegnanti bresciani sono contrari alla possibilità offerta, il prossimo 16 aprile, alle scuole della provincia e ad associazioni di disabili, di visitare l’aeroporto militare Luigi Olivieri di Ghedi, dove lavora il personale dell’Aeronautica Militare in forza al 6° Stormo e dove sono di stanza, nella parte italiana, F35 e Tornado, supportati da un aeroporto e da una struttura logistica di assoluta eccellenza. I docenti, una piccola parte dei 10mila operativi nel Bresciano hanno firmato la missiva “Il fascino indiscreto della guerra”, redatta dall’insegnante Patrizia Londero dell’Istituto Bazoli, polo di Desenzano.

La professoressa Londero sottolinea che Ghedi è  “una base militare da cui più volte si sono alzati in volo aerei con il loro carico di morte da riversare su paesi come Iraq nel 1991 e Serbia nel 1999 e dove sono custodite armi a testata nucleare, che gli F35 dislocati nella base sono abilitati a trasportare e utilizzare”. Nella missiva si legge anche che il Ministero fa “proliferare proposte formative a sfondo militare”. 

"Mentre assistiamo impotenti allo sgretolarsi del diritto umanitario in numerose zone del mondo, allo stravolgimento di paesi e popoli colpiti da armi di cielo e di terra che generano fame e migrazioni spesso senza speranza – scrivono i docenti – vediamo un fiorire di iniziative frutto anche dello zelo ministeriale che esortano le scuole a far partecipare gli alunni a uscite didattiche aventi per oggetto visite a mostre d'armi, a basi militari, a parate, ad addestramenti, ad alza-bandiera, a incontri con l'esercito”.

Da sempre Esercito Italiano, Marina Militare, Aeronautica, sotto cui ricade la base di Ghedi e Esercito aprono le porte alle visite. “Le richieste sono numerosissime, è fondamentale inquadrare correttamente l’evento intitolato ‘Mettiamo le ali ai nostri sogni’ – spiega il colonnello pilota Luca Giuseppe Vitaliti, da qualche mese al comando del 6° Stormo Alfredo Fusco –.  Non significa diventare aviatori o militari, che comunque sarebbe una prospettiva meritoria al servizio per il Paese, tra le varie possibili. È a mio parere un messaggio fondamentale per stimolare i ragazzi a perseguire i loro sogni con serietà e abnegazione”.