
La violinista Elena Telò in Lapponia
Brescia, 3 aprile 2018 - Incontra l’amore e con lui si trasferisce al confine del mondo, nella Lapponia svedese. Tra silenzi, metri di neve, fiumi e laghi ghiacciati per otto mesi su 12, renne, alci e aurore boreali da togliere il fiato. C’è chi dice che a 50 anni inizi una seconda vita. Per Elena Telò, bresciana, 53 anni appena compiuti, è stato proprio così. Musicista freelance in varie orchestre, un cuore che batte per la natura e le escursioni, Elena da due anni a questa parte passa gran parte dell’anno a Övre Sandsele, quattro famiglie in tutto. Un puntino sulla cartina geografica raggiungibile atterrando in aereo a Stoccolma, prendendo un volo interno e percorrendo 150 chilometri in auto in una distesa bianca e fiabesca.
«Per ora non mollo la musica, quindi a volte giro ancora il mondo per suonare – spiega lei, che nel frattempo si è già inserita in un gruppo lappone folk -. Ma sto ragionando di stabilirmi definitivamente e aiutare Stefan nell’accoglienza turistica». Stefan è il fidanzato di Elena. Svizzero di Zurigo, lavora come coach aziendale. Allenatore di team velistici a livello agonistico, da qualche tempo ha avviato in Lapponia un progetto di turismo di nicchia con cottage in affitto che consentono al viaggiatore di respirare il nord selvaggio e incontaminato. La scintilla tra loro è scoccata un paio di anni fa per una di quelle imprevedibili e magiche serendipità della vitA.
«Lui era a Brescia da un amico comune e per caso è venuto a un mio concerto – spiega la violinista, specializzata in musica sinfonica e barocca -. Ci siamo scritti per otto mesi, incontrati qualche volta e poi messi insieme». A unirli c’è la passione per le avventure all’aria aperta. Dopo viaggi in Ladakh e in Africa, Elena sperimenta la Lapponia e ne è conquistata. «I bar e supermercati più vicini sono a 35 chilometri. Il primo paese, Sorsele, a 70. La spesa si fa di rado, viviamo di scorte. Mangiamo alce che caccia Stefan. E’ un’altra dimensione». Le giornate sono fatte di studio, letture, ciaspolate, gite in slitta, contemplazione della pace e accoglienza dei viaggiatori. «In inverno le temperature sono proibitive, si va a meno 30 gradi con forti escursioni termiche. Ma il freddo è secco, basta attrezzarsi con doppi guanti e scarpe giuste e non lo si percepisce. In estate invece ci sono 24 ore di luce ed è stravolgente. Ante e tende alle finestre non si usano. Il giorno sembra inesauribile. E si dorme a fatica».