
Un lavoro stagionale antico e che comporta molta fatica
Brescia, 26 luglio 2020 - Circa 4mila lavoratori, un sesto di quelli a livello nazionale: sono tanti i posti di lavoro occasionali che si potrebbero sbloccare nel Bresciano con la vendemmia. Molto dipende, però, da come si potranno utilizzare i voucher ‘agricoli’. "Serve una radicale semplificazione, per ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne", spiega il direttore di Coldiretti Brescia Massimo Albano.
Negli ultimi anni è cresciuta la domanda di lavoro in agricoltura, tanto che era stato introdotto il voucher cartaceo per la raccolta del’uva per agevolare l’impiego in lavori stagionali contrastando l’illegalità. In base ai dati pubblicati dall’Inps, nel 2016, ultimo anno di pieno utilizzo, a Brescia erano stati usati, nel settore agricolo, 33.520 buoni lavoro, su un totale venduto pari a 4.219.691 (pari quindi allo 0,79%). "Con l’abrogazione della disciplina del voucher cartaceo – continua Albano – il sistema agricolo è stato doppiamente penalizzato in quanto, se da una parte non si riscontravano nel settore indizi di un utilizzo esagerato e fraudolento, dall’altra certamente l’intero percorso di emersione intrapreso dalla sua introduzione nel 2008 fino ad oggi è irrimediabilmente andato perduto".
Alla vigilia della vendemmia 2020, l’associazione di categoria chiede che sia introdotto un nuovo buon lavoro agile, flessibile, attivabile in pochi passaggi. "Non possiamo permetterci di perdere le grandi opportunità di lavoro che vengono da uno dei settori più dinamici dell’economia agricola, anche sul territorio bresciano", conclude Albano.
La conferma della vitalità del settore arriva dai dati di Confagricoltura, secondo cui continua invece a crescere il vigneto bresciano che supera ormai i 5.800 ettari (più 200 ettari rispetto all’anno precedente), solo considerando le superfici rivendicate per i vini a denominazione di origine. A fare da padrona resta la Franciacorta (2.600 ettari), incalzata dal Lugana che arriva a scavalcare la soglia dei 2mila ettari. Il solo giro d’affari delle uve, da una stima basata sulle quotazioni rilevate dalla Camera di commercio di Brescia, ammonta a 77 milioni di euro, con una lieve contrazione di prezzi.
Per quanto riguarda il 2019, dopo gli exploit produttivi dell’anno precedente, la vendemmia è tornata su valori più ordinari con un generale calo della produzione di uva, a causa di ritardi vegetativi e grandinate estive che hanno determinato in alcune zone una contrazione del 30%. Si conta, ora, sulla vendemmia 2020, confidando che nuovi eventi meteo non danneggino le produzioni. Ci sono tutte le premesse per un’ottima annata.