Troppo cemento e fertilizzanti Così il suolo è sempre più povero

L’allarme di Legambiente per la crescita del consumo di terreni agricoli a uso immobiliare logistico

di Federica Pacella

Cementificazione, eccesso di nutrienti, carenza d’acqua che provoca l’inaridimento: così il suolo diventa sempre più povero. Nella giornata mondiale istituita dalla Fao per richiamare l’importanza della salute del suolo, Legambiente rilancia l’allarme per la crescita sregolata del consumato a uso immobiliare logistico, associato alle grandi infrastrutture di trasporto.

Negli ultimi 5 anni, secondo i dati Ispra, in regione si sono persi 3.518 ettari di suolo agricolo: 3,5 metri quadri per abitante. Al vertice della classifica del cemento c’è la provincia di Brescia: quasi 900 ettari consumati dal 2016 al 2021. Seguono Bergamo (551), Milano (436); in coda Sondrio, Como e Lecco (sotto gli 80 ettari). Sempre più rapido il ritmo con cui si perde suolo agricolo: nel 2021, la Lombardia ha consumato 882,98 ettari in più rispetto al 2020 (307 solo nel Bresciano), per cui in un anno si è concentrato il 25% del quinquennio. Il dato va letto alla luce dell’inasprimento del fenomeno dopo il blocco legato alla pandemia del 2020, ma il valore eccede i livelli degli anni della “bolla“ speculativa del cemento registrata a inizio secolo.

"Chiediamo alla Regione di dare un seguito agli impegni votati due anni fa in consiglio regionale, intervenendo sul fenomeno immobiliare logistico, per evitare che continui ad alimentare urbanizzazioni espansive – dice Barbara Meggetto (nella foto), presidente di Legambiente Lombardia – dopo gli impegni solenni sulla necessità di impedire che i capannoni consumino suolo anziché riutilizzare le aree dismesse, nulla è stato fatto. Allo stesso tempo la Regione spinge infrastrutture stradali, come la Cremona-Mantova o la Vigevano-Malpensa, il cui obiettivo resta, all’opposto, attrarre gli investimenti immobiliari degli operatori logistici e commerciali". La cementificazione, ricorda Legambiente, non è l’unica causa che comporta la perdita di fertilità del suolo, fondamentale in un momento di crisi globale degli approvvigionamenti alimentari. Serio è il problema dell’eccesso di nutrienti, fertilizzanti chimici o materia organica (deiezioni di allevamento), che inquinano acqua e aria: in Lombardia le emissioni di N2O (protossido d’azoto, potente gas serra) prodotte dai suoli agricoli troppo fertilizzati valgono come 1,5 milioni di tonnellate di CO2.

Allo stesso modo, l’eccesso di azoto legato all’uso di urea e deiezioni zootecniche in Lombardia causa l’emissione in atmosfera di ben 88.000 tonnellate di ammoniaca, il gas che costituisce ormai la principale causa della formazione dell’inquinamento da polveri sottili. Come in un circolo vizioso, le emissioni climalteranti determinano poi la carenza di acqua che rende ancora più povero il suolo.