Travolti in barca sul Garda "Il Riva sotto i 10 nodi"

In aula è scontro tra periti sulla velocità del motoscafo al momento dell’incidente

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di Milla Prandelli

“Pace“ fatta al cimitero tra il padre di Umberto Garzarella e Christian Teismann, uno dei due uomini accusati della morte del giovane, che avrebbe compiuto 37 anni a dicembre, e di Greta Nedrotti, 24 anni, travolti e uccisi mentre si trovavano nelle acque del golfo di Salò, su un piccolo gozzo segnalato da una luce di posizione, per vedere dall’acqua la gara più bella del mondo, la Mille Miglia.

Ma non è pace nei tribunali, dove gli avvocati del manager e dell’amico che era con lui, Patrick Kassen, combattono, come la legge consente, fino all’ultimo dato e fino all’ultimo perito per alleviare la situazione e dunque la pena dei propri assistiti.

Rose bianche al camposanto per Umberto e i suoi cari, che hanno accettato il patteggiamento, mentre nelle aule di tribunale ieri si è discusso della velocità del motoscafo su cui si trovavano i due tedeschi, che, dopo aver trascorso la serata a cena sulla sponda veronese del Garda, stavano facendo ritorno verso quella bresciana e hanno sempre assicurato di non avere visto il gozzo con a bordo la coppia di amici.

"Tutti i risultati relativi a rotta, posizioni e velocità, ottenuti dai consulenti del pm, risultano inaccettabili a causa dell’eccessiva approssimazione del metodo utilizzato" ha detto, in tribunale a Brescia, l’ingegnere navale Massimo Gronda, consulente tecnico della difesa di Patrick Kassen e Christian Teismann, accusati di omicidio colposo, naufragio e omissione colposo nell’ambito dello scontro tra barche in cui l’estate scorsa sono morti al largo di Portese Umberto Garzarella e Greta Nedrotti.

"Ogni valore – ha aggiunto il consulente – potrebbe essere completamente stravolto da una successiva misurazione, anche condotta con lo stesso metodo, rendendolo del tutto inutilizzabile". Secondo il consulente "la velocità media del Riva, tra partenza dal ristorante e punto di impatto, era tra 7,8 e 9,5 nodi e non 20 nodi come sostenuto dall’accusa".

Il padre di Umberdo ieri è uscito dall’aula di Tribunale sconsolato. "Mi aspettavo che, vista la posizione economica, venissero schierati consulenti importanti – ha detto Enzo Garzarella –. Però bisognerebbe capire che hanno ucciso due ragazzi. Non do la colpa a nessuno, è stata una disgrazia, ma non certo colpa dei nostri figli".