Legnanese sfregiato con l'acido, la solidarietà di William Pezzulo

Il giovane di Travagliato vittima di un'identica aggressione: "Vorrei incontrare lui e la sua famiglia per aiutarli"

William Pezzulo e i suoi segni indelebili

William Pezzulo e i suoi segni indelebili

Travagliato (Brescia), 10 maggio 2019 - "Al giovane  uomo aggredito dalla sua ex ragazza Sara Antonella Del Mastro non solo voglio esprimere tutta la   mia vicinanza, poiché so il dolore che sta affrontando. Desidero anche, appena starà meglio, poterlo incontrare per stargli vicino. Non solo: in questi giorni vorrei potere contattare i suoi parenti, anche se so che sono distrutti dal dolore e giustamente sono sotto choc per quello che è accaduto, un po’ come successe ai miei genitori e a mia sorella quando Elena Perotti e il suo complice mi aggredirono". L’appello alla famiglia del 30enne legnanese sfigurato con l’acido da Sara Antonella Del Mastro arriva da William Pezzulo, l’uomo che nel 2012 venne aggredito da Elena Perotti e da un suo amico. William, oggi, a sette anni di distanza, è quasi completamente cieco, ha dovuto sottoporsi a decine di interventi e, oltre il danno la beffa, deve persino pagare la parcella alla sua legale per la parte civiel, dato che i suoi aggressori sono nullatenenti.

Le modalità  dell’aggressione sono simili. Come il 30enne di Legnano, William è stato colpito al viso, alle braccia e al torace. Per settimane è rimasto sospeso tra la vita e la morte. Ancora oggi soffre dolori lancinanti e ogni volta che si sottopone a una operazione teme ciò che accadrà al risveglio. Ciononostante non ha perso la voglia di vivere e la bontà che ha nel cuore, tanto da avere preso atto delle scuse di Elena Perotti pur dichiarando di non volerla mai più incontrare.

"Il mio pensiero e il mio dolore, ora, sono per questo ragazzo – ha aggiunto Pezzulo – che sta vivendo il mio stesso trauma, senza avere alcuna colpa. Ho letto che lui aveva interrotto la relazione e che la sua ex lo ha tormentato e stalkerizzato. È accaduto anche a me. E anche per me l’epilogo è stato lo stesso. Mi farebbe molto piacere confrontarmi con la sua famiglia per poter loro spiegare l’iter che ho dovuto seguire, affinché per lui le cose possano essere più semplici. Quando un intero nucleo famigliare subisce un trauma simile si diventa tutti vittime e spesso è difficile reagire. Invece si deve farlo. Noi non abbiamo colpa di nulla e dobbiamo essere tutelati, anche dallo Stato italiano. A lui, a chi è stato ferito, auguro buona fortuna. Sono disponibile per lui e la sua famiglia in qualsiasi momento".