
Foto generica di cuccioli di cane
Tutti prosciolti per intervenuta prescrizione, ma i cani (ormai anziani) vittime di un traffico di animali, potranno continuare a vivere nelle case dove erano stati accolti.
Così si è concluso il processo per un presunto traffico di cuccioli di razza provenienti dall’Europa dell’est e diffusi in nord Italia. Per i quattordici imputati, quasi tutti romeni di casa nel Bresciano, Castelmella, Desenzano, Bedizzole e Sabbio Chiese, che rispondevano di associazione transnazionale finalizzata all’importazione illecita di cani da compagnia, maltrattamento di animali e falso, il procedimento si è concluso con un nulla di fatto. La scure del tempo si è infatti abbattuta sulle accuse, andate tutte prescritte.
L’inchiesta prese avvio nel gennaio 2013 dal sequestro alla frontiera, a Trieste, di undici cuccioli di American Staffordshire Terrier trovati stipati nel bagagliaio di un furgone diretto a Brescia. Un anno dopo dieci persone finirono in manette. Stando all’accusa, sostenuta dalla procura di Brescia che condusse l’indagine insieme alla DDA di Trieste, la banda si era strutturata ripartendo i ruoli. C’era chi allevava cani all’estero, in Romania e Ungheria, chi li trasportava in Italia settimanalmente, chi si occupava della presa in consegna delle bestiole e chi si occupava della messa in vendita pubblicando annunci su Ebay, Subito.it e Kijiji (due coppie accusate di gestire i pagamenti e le prenotazioni).
Tra gli imputati, infine, un veterinario del Garda che installava microchip e sistemava documenti relativi a vaccinazioni e identità, in modo da dare una parvenza di legalità alle cucciolate e da farle figurare nate in Italia. Grazie alle intercettazioni, concesse per la prima volta in Europa nel caso di reti riguardanti gli animali, gli inquirenti documentarono tra il 2012 e l’inizio del 2014 l’arrivo illegale di centinaia di cuccioli. Il processo prese avvio solo nel 2021, sull’orlo della prescrizione dei reati. Che, inesorabile, è sopraggiunta, dando un colpo di spugna al procedimento.
Gli animalisti di Oipa, Lac e Anpana, rappresentati dagli avvocati Fabrizio Gobbi e Claudia Taccani, si erano costituiti parte civile. Il giudice Carlo Ernesto Macca ha concesso l’affido definitivo dei cani, ormai adulti, alle famiglie alle quali Ats aveva dato temporaneamente in consegna i quattrozampe.