Tratta di donne e minori: guerra terreno per le mafie

Così Monica Forte, presidente della Commissione antimafia Lombardia: nella gestione dei movimenti dei profughi si è già infiltrata la criminalità

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di Federica Pacella

Oggi la tratta di donne e minori ed il traffico di armi, domani la ricostruzione delle città: la guerra in Ucraina è un business per le mafie. "Non abbiamo ancora imparato a capire che mentre noi pensiamo a quello che accade oggi, la criminalità organizzata sta già lavorando a ciò che sarà domani. O cominciamo a ragionare con la loro testa o arriveremo sempre in ritardo". A dirlo Monica Forte, presidente della Commissione antimafia Lombardia, secondo la quale nella gestione dei movimenti dei profughi, in particolare minori, si è già infiltrata la mafia. "Mentre noi oggi stiamo qui ad interrogarci su come fare, le redini di questa tratta di esseri umani sono già state prese da organizzazioni ucraine e russe, che hanno i loro referenti in organizzazioni criminali italiani. E sarebbe ingenuo non pensare che la criminalità organizzata non si stia già muovendo per la ricostruzione post-guerra", aggiunge. A rendere fertile il terreno della tratta è la mancanza di un controllo a monte, alla frontiera, punto di partenza di milioni di donne e bambini che rischiano di essere preda di trafficanti. "Continuano a transitare van che non sono di volontari, ma di persone che si fanno pagare, fino a 500 euro per gli adulti, 200 euro per i bambini. Ci sono poi tantissimi annunci sospetti di persone che offrono sistemazione a giovani donne sole o bambini. Questo apre scenari preoccupanti, per il rischio di sfruttamento della prostituzione, adozioni facili fino al traffico d’organi". Volontari e organizzazioni umanitarie stanno facendo da argine, ma servirebbe un coordinamento istituzionale internazionale che, finora, non c’è stato.

"Sarebbe stato opportuno che la cooperazione internazionale, di concerto con i Paesi Nato, creassero una sorta di cordone di controllo lungo tutto il confine ucraino, per effettuare registrazioni in loco, verifiche sulla destinazione, controlli sugli ingressi. Anche se ora si riuscirà ad organizzare una piattaforma internazionale, molti sono già partiti e tra qualche anno ci troveremo a fare la conta dei danni". L’uso dei social e di chat ha aperto un varco a chi ha secondi fini. "Dovremmo mettere in atto un controllo di polizia postale molto più serrato, perché quando c’è fragilità ed emergenza, le criminalità fanno i maggiori affari. Non a caso Save the Children o Unhcr hanno chiesto una moratoria alle adozioni, per evitare che qualcuno possa essere tentato dall’intraprendere strade più rapide". L’attenzione è sui minori stranieri non accompagnati (msna). "Già prima dell’Ucraina, a Lodi si è registrata la crescita anomala: 23 nel 2020, 86 nel 2021, già una decina quest’anno".