BEATRICE RASPA
Cronaca

Traffico illecito di rifiuti inquinanti. Condannato il titolare della Wte: "Dovrà anche risanare i terreni"

Brescia, una multa di 77mila euro al colosso, che è stato anche posto fuori legge dopo il processo di ieri

Brescia, una multa di 77mila euro al colosso, che è stato anche posto fuori legge dopo il processo di ieri

Brescia, una multa di 77mila euro al colosso, che è stato anche posto fuori legge dopo il processo di ieri

Condanna a un anno e quattro mesi (pena sospesa), 77mila euro di multa per l’azienda con revoca dell’autorizzazione all’esercizio di impresa, obbligo di ripristinare la salubrità delle campagne contaminate, conferma dei sequestri e risarcimenti a raffica. Stangata ieri per il titolare della Wte, il colosso dei fanghi fertilizzanti con sedi a Calvisano, Quinzano, Calcinato, finito al centro di una maxi inchiesta ambientale. Al termine del processo in abbreviato, Giuseppe Giustacchini è stato condannato a un anno e quattro mesi per traffico illecito di rifiuti, mentre è stato assolto dal traffico di influenze illecite e prosciolto per sopravvenuta prescrizione dalle accuse di discarica abusiva a Lonato e di esalazioni maleodoranti.

La gup Angela Corvi ha però usato la mano pesante con l’azienda, condannata ai sensi della 231 e posta fuori legge, e con i conti correnti e i beni in sequestro, tutti confermati ai fini della confisca. Giustacchini sarà chiamato a ripristinare i luoghi contaminati e a corrispondere 5mila euro di provvisionale ai Comuni di Lonato, Visano, Calvisano, alle Province di Brescia e di Cremona, al Comitato Cittadini di Calcinato e Acqua Pubblica. Stando al pm Teodoro Catananti, che aveva chiesto 4 anni, tra il 2018 e il 2019 dalla Wte sarebbero uscite 150mila tonnellate di materiale inquinato da metalli pesanti e idrocarburi poi usato come fertilizzante in 3mila ettari di campagne in 78 Comuni di Lombardia, Veneto, Emilia e Piemonte. La procura avrebbe accertato profitti illeciti per 12 milioni ed è convinta che, in cambio di compensi, Wte ritirasse fanghi dagli impianti di depurazione e poi, anziché igienizzarli, li infarcisse di altri veleni e spargesse nei campi come "gessi di defecazione". L’indagine aveva coinvolto una ventina di imputati, anche aziende. Ieri si sono registrate due assoluzioni (Gianbattista Bonetti, titolare di Agrifutura, e Silvia Geroldi, segretaria di Giustacchini) cinque proscioglimenti (tra cui Luigi Mille, direttore dell’Agenzia interregionale Po) e il rinvio a giudizio di dodici soggetti.

Le difese di Giustacchini avevano evidenziato un problema di qualificazione giuridica dei presunti rifiuti, da non valutare alla luce del testo unico ambientale,i cui parametri sono più stringenti, ma di una legge speciale per i gessi, in base alla quale Wte risulterebbe a norma. "Non ci aspettavamo questa condanna - ammette l’avvocato Antonio Giannotta, che assiste Giustacchini con il collega Luca Patti Foro di Milano - Ce la giocheremo in appello".