Torna a tirare una brutta aria Non piove, Pm10 in aumento Prime restrizioni a Brescia

La Leonessa si accoda a Mantova ormai prossima ai divieti di secondo livello. Nelle ultime 24 ore i capoluoghi oltre la soglia. Si respira meglio a Sondrio, Lecco e Varese

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di Federica Pacella

Il picco degli ultimi 10 giorni tra i capoluoghi lombardi, si è registrato a Mantova, quando, secondo i dati pubblicati da Arpa Lombardia, il 16 febbraio si è arrivati ad una concentrazione di 120 microgrammim3. Ma la qualità dell’aria negli ultimi giorni è stata scarsa praticamente ovunque in Lombardia, dove, ad eccezione di Sondrio, Varese e Lecco, negli ultimi giorni tutti i capoluoghi hanno registrato il superamento del limite di legge sulle 24 ore di 50 microgrammim3 per le Pm10 (le nuove linee guida dell’Oms consigliano di ridurlo a 45). A determinare l’incremento delle concentrazioni di Pm10 potrebbe essere stato il comparto agricolo più di altre sorgenti, come spiegato da Regione Lombardia in una nota che riassume le misure previste dalla Dgr 36062020, che scattano da oggi a Brescia, da 6 giorni sopra la soglia limite (secondo la Dgr 36062020, bastano 4 giorni di superi continuativi per far scattare le prime restrizioni). Nei campi, quindi, su tutto il territorio provinciale è vietato lo spandimento dei reflui zootecnici, salvo iniezione diretta o interramento immediato, mentre per il riscaldamento è previsto il divieto di utilizzo di generatori di calore domestici a biomassa legnosa – in presenza d’impianto di riscaldamento alternativo – con emissioni inferiori o uguali a 3 stelle. Relativamente al traffico, in città non possono circolare le auto di classe fino a Euro 4 diesel dalle 8.30 alle 18.30, oltre a quelle già soggette alle limitazioni permanenti. Le limitazioni sono attive anche per i veicoli che utilizzano Move-in (con esclusione dei veicoli commerciali e dei veicoli Euro 5 che non rientrano nelle limitazioni regionali).

Queste regole saranno applicate da oggi a Brescia e restano attive a Mantova, dove erano scattate nei giorni scorsi a seguito dei superamenti del limite dei 50 microgrammimc. Decadono, invece, a Milano, Monza, Lodi e Cremona, perché nel week-end le concentrazioni di Pm10 sono tornate sotto il limite di 50 microgrammim3. A rischiare, per ora, è soprattutto Mantova che ieri era già al nono giorno di superamenti continuativi: secondo la normativa regionale, dopo 10 giorni scattano le misure di secondo livello. La situazione rischia di peggiorare anche nel resto del territorio, anche per effetto dell’assenza di pioggia, che non consente di ripulire l’aria dalle polveri sottili che ristagnano nell’aria. Va detto che il trend della qualità dell’aria degli ultimi anni è in costante miglioramento.

Nel 2022, secondo quanto comunicato dall’assessorato regionale all’Ambiente, i livelli di biossidi di azoto (no2) sono risultati i più bassi di sempre, mentre per le Pm10 in tutte le stazioni del territorio regionale è stato rispetto il valore limite sulla media annua di 40 microgrammim3; per il Pm2,5, il 97% delle stazioni ha rispettato il valore limite sulla media annuale, in miglioramento rispetto al 93%. L’inquinamento dell’aria è solo uno, però, dei problemi ambientali della Lombardia: secondo la prima analisi globale del patrimonio immobiliare fatta da XDI, tra i leader mondiali nell’analisi del rischio climatico fisico, la regione è al quinto posto tra quelle europee più esposte agli eventi meteorologici estremi e al cambiamento climatico nel 2050. Nella top 10, le italiane sono 3: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.